(Relapse Records, 2013)
1. Legalize Homicide
2. Fifty Ton War Machine
3. Conceived In Sewage
4. Fucked With Rats
5. March to Megiddo
6. Today We Die, Tomorrow We Kill
7. Heaving Acid
8. Carved Into Ecstasy
9. Parasitic Eruption
Correva l’anno 1999 quando uscì il seminale Molesting The Decapitated, degli allora sconosciuti Devourment; tale disco venne giustamente acclamato come vero e proprio capolavoro, diventando poi un pilone portante per lo slam-brutal death metal, sotto-genere che andava nascendo proprio in quel periodo. Dopo un simile decollo, tutti si aspettavano altre grandi uscite dello stesso calibro; purtroppo, però, i fans dovettero rimanere a bocca asciutta fino al 2005, quando dopo alcuni cambi di line-up i nostri riuscirono a dare alla stampe Butcher The Weak, disco di grande spessore che risultava solo leggermente inferiore al debut album. Ma la situazione traballante in casa Devourment non era ancora passata, e altri cambiamenti hanno afflitto la band, costringendola a ripartire quasi da zero.
Nei primi mesi del 2013 vede la luce Conceived In Sewage, quarto disco in studio per i texani nonché ultimo stadio della trasformazione iniziata con il precedente Unleash The Carnivore, album nel quale stava venendo man mano abbandonata la formula “slam” in favore di un brutal-death metal più standard, dalle tinte moderne. Immergendoci nell’ascolto dell’ultimo nato in casa Devourment ci troviamo faccia a faccia con un “US-way BDM” dai tratti ben definiti, basato su una buona dose di “ignoranza” e riff tritaossa che mirano a mietere più vittime possibili; il tutto viene elaborato in una chiave decisamente al passo con i tempi e completato da un tanto splendido quando macabro artwork ad opera del quasi leggendario Toshihiro Egawa. “Legalized Homicide” e “Fifty Ton War Machine” danno fuoco alle polveri mettendo in mostra il lato più moderno e ammiccante della band: entrambi i brani risultano ben costruiti e piuttosto potenti, pur mancando ancora della giusta dose di mordente, e sembrano voler fungere da “ammortizzatori” per la brutale forza distruttiva che segue. Dopo la marziale ed evocativa “March of Megiddo”, che pare volerci trascinare all’interno di un mondo malato abitato da creature terribili e deformi, il platter prende una piega piuttosto differente e comincia a picchiare duro con brani sorretti da riff molto quadrati e parti di basso poderose ed incisive, unite ad un drumming ben strutturato con cambi di tempo repentini e accelerazioni brucianti. “Carved into Ecstasy” è un perfetto esempio di quanto appena spiegato, un brano assassino dotato di grande impatto e di alcuni breaks decisamente azzeccati. Nella sua mezz’ora abbondante, Conceived in Sewage svolge bene il suo dovere, regalandoci una buona dose di death metal brutale, dai suoni nitidi e potenti, con un occhio di riguardo all’aspetto tecnico ed un songwriting concreto e ben sviluppato.
Che dire, giunti alla conclusione? Sicuramente siamo ben lontani dalla fama e dalla genialità di quanto prodotto agli albori, e questo sicuramente ci lascia un po’ amareggiati. Nonostante tutto, però, abbiamo per le mani un buon disco che sicuramente galvanizzerà gli appassionati del genere e, magari, riuscirà a guadagnarsi qualche nuovo fan tra le giovani leve. Promuoviamo dunque quest’opera senza riserve, pur con un po’ di rammarico per quella che sembra un’altra occasione sprecata.
7.0