(New Standard Elite, 2014)
1. The Genesis of Misery
2. An Edifice of Archbeastial Impurity
3. Abominations Created Through Divinity
4. The Promethean Altar
5. Vultures Descend
6. Pyres Built from Their Severed Wings
7. Chthonic Gateways
8. Megaliths of Despair
9. Forced Adornment of the Funerary Crown
10. Sentinels of the Bleak
Dopo essersi accasati presso la validissima New Standard Elite gli australiani Disentomb si sono buttati anima e corpo nella realizzazione del secondo full-length album, Misery, un disco che ha l’obbiettivo dichiarato di confermarli tra i migliori act death metal provenienti dalla terra dei canguri.
Indubbiamente il primo step, ovvero quello di creare un grande hype ed una trepidante attesa attorno al nuovo arrivato, è stato completato con successo ed in molti tra fans e curiosi hanno seguito gli aggiornamenti centellinati di giorno in giorno tramite la pagina ufficiale della band su Facebook. Resta però il dubbio essenziale: la sostanza rispecchierà le aspettative? Fortunatamente sì, Misery si dimostra essere un prodotto di alta qualità, caratteristica che potrete toccare con mano addentrandovi tra i suoi oscuri meandri. “The Genesis of Misery” è una breve intro strumentale che aiuterà a calarvi all’interno di un mondo tetro, macilento e demoniaco la cui rabbia e malvagità si rendono palpabili appena inizia “An Edifice of Archbeastial Impurity” un brano d’assalto à la Defeated Sanity imperniato su elevate velocità d’esecuzione, riff massicci pesantemente distorti e ritmiche tritacarne. “The Promethean Altar” si affida a vorticosi giri di chitarra e basso che scivolano su un poderoso tappeto di blast-beats e doppia cassa martellante, alternando rallentamenti spezzacollo a ripartenze repentine: una forumla dannatamente efficace, come Disgorge e Brodequin hanno ampiamente già dimostrato.“Pyres Built from Their Severed Wings” ricalca le stesse coordinate della seconda traccia, portando però la struttura principale su ritmiche più cadenzate e groovy, garantendo un impatto distruttivo in sede live. A spezzare la routine ci pensa “Megaliths of Despair”, che riallacciandosi alle atmosfere dell’intro dà vita ad un brano mefitico tipicamente doomy death metal, che fa assomigliare i Disentomb a degli Incantation sotto steroidi. Il disco si chiude con la doppietta assassina formata da “Forced Adornment of the Funerary Crown” e “Sentinels of the Bleak”, entrambe rabbiose e granitiche, ammantate da un mood opprimente eppure allo stesso tempo rapide ed incalzanti, che prelude ad una chiusura sfumata verso lidi old-school death ed affidandata ad un classico fade-out.
I complimenti ai Disentomb sono d’obbligo, in una mezz’ora di durata sono riusciti a condensare tutti gli elementi che rendono un disco brutal death metal interessante, unico e piacevole; Misery ha tutte le carte in regola per sbaragliare la concorrenza e ritagliarsi un posto d’onore tra le migliori uscite estreme del 2014.
8.0