(Cyclone Empire, 2012)
1. The Art Of Coming Apart
2. Barren And Bleak
3. Four Winters
4. Hours Of Suffering
5. Memorial Stone
6. A Silence Dressed In Black
7. Sundown
8. Trapping the Unseen
9. Seasons Of Tranquillity
10. Fathomless (Epilogue)
A distanza di tra anni dal precedente The Everhaunting Past: Chapter IV – a Splendid Retrospection ecco ritornare alla carica i melodic-deathsters tedeschi Fragments Of Unbecoming, con il nuovissimo The Art of Coming Apart. Formatisi nel 2000 a Laudenbach, i cinque tedeschi si sono fatti portabandiera di un poderoso melodic-death metal, debitore alla scena scandinava ma con un sound piuttosto personale e dalle elevate prestazioni tecniche.
Sin dalle prime note della traccia “The Art Of Coming Apart“ notiamo come, a distanza di ormai tredici anni dal loro debutto, i Fragments of Unbecoming non abbiano variato minimamente né il loro stile né la loro proposta musicale; ciò può essere visto sia come una nota positiva per la perseveranza e coerenza della band, sia come nota negativa in quanto il loro forse un po’ esagerato auto-citazionismo potrebbe far pensare che stiano esaurendo la propria vena creativa. A conti fatti, si riesce a comprendere come tale scelta sia esattamente e fortemente voluta dalla band, che ha deciso di porsi come punto di riferimento del panorama melo-death europeo, che per tanti anni ha guardato solo alla Scandinavia come principale portabandiera di questo sottogenere. Infatti in “The Art of Coming Apart” possiamo toccare con mano il death metal melodico più puro e classico che ci si possa aspettare in questi tempi, se si considera la corsa a facili modernismi, le contaminazioni metalcore e l’abuso di clean-vocals e tastiere, che ne hanno fatto quasi estinguere la forma primigenia in favore di ciò che viene ritenuto più “alla moda”. Forti di queste convinzioni, i Nostri hanno dato alle stampe un platter assai valido e coinvolgente, nel quale melodie raffinate e poderosi riff chitarristici si intrecciano in trame elaborate ma mai troppo cervellotiche, in modo tale da rendere l’ascolto fluido e naturale e risultare subito di presa facile per la mente dell’ascoltatore. Il basso e la batteria, seppure in secondo piano, completano egregiamente il lavoro aumentandone lo spessore e la fruibilità e mantenendo i ritmi di esecuzione intorno a velocità piuttosto elevate; pur se un po’ monocorde, il growl del vocalist Sam Anetzberger si sposa alla perfezione con la sezione ritmica e riesce a trasmettere una forza e una passione dal fascino magnetico. “Four Winters” e “Memorial Stone” sono tra i brani meglio riusciti, in cui si possono assaporare alcuni echi dei primi Dark Tranquillity e guitar-solos degni di nota; proseguendo nell’ascolto del platter ci si imbatte nella strumentale “Sundown”, un brano arioso e vagamente epico, piuttosto piacevole, per poi raggiungere il culmine con la doppietta di chiusura formata dalla più grintosa “Season Of Tranquillity”, basata su alcuni stop’n’go rocciosi e un riffing dal sapore death/thrash, e dalla traccia di chiusura “Fathomless (Epilogue)” che riporta in auge il lato più melodico del combo tedesco.
Se anche voi vi siete stancati delle innumerevoli band fotocopia e prive di personalità che affollano la scena melodic-death attuale, potete buttarvi a capofitto su The Art of Coming Apart, senza correre il rischio di rimanere delusi. Per tutti gli altri, mi sento comunque di consigliare questo disco in quanto si tratta di un prodotto valido e completo, meritevole di ben più che un ascolto passeggero.
7.5