(Century Media, 2014)
1. El Altar de Dios Desconocido
2. Death and the Labyrinth
3. At War With Reality
4. The Circular Ruins
5. Heroes and Tombs
6. The Conspiracy of the Blind
7. Order From Chaos
8. The Book of Sand (The Abomination)
9. The Head of the Hydra
10. City of Mirrors
11. Eater of Gods
12. Upon Pillars of Dust
13. The Night Eternal
Gli At The Gates nel 2014. Questa frase potrebbe riassumere nella sua interezza la recensione, ma per una questione prettamente d’immagine (è brutto vedere una pagina praticamente semivuota, non trovate?) proverò a dare un giudizio esteso sulla nuova opera della band, At War With Reality. Dopo un disco epocale come Slaughter Of The Soul nessuno si aspettava un’ altra opera da parte del combo svedese: parliamo di un disco che ha definito un genere, un sound e uno standard per chiunque volesse avvicinarsi al melodic death metal, certamente un’opera a cui non è facile dare un seguito. Dopo aver rilasciato tale capolavoro, infatti, la band si sciolse.
Ora, dopo quasi dieci anni esatti, assistiamo al loro ritorno. Come suona il nuovo album? Beh, suona esattamente come un album degli At The Gates. Nessuna novità, nessuna velleità prettamente commerciale, nessun cambiamento, nel bene e nel male. At War With Reality si pone come seguito ideale di Slaughter Of The Soul, senza appunto virare dal sound originale del gruppo. Certi passaggi possono sembrare banali, certo, ma suonano così abusati perché nel tempo gli stilemi dettati dal gruppo sono stati presi, vituperati, riutilizzati, stuprati, assimilati e riciclati da centomila band diverse. È quasi comico da dire, ma se possiamo dire che certi passaggi o riff sembrano stantii è solo perché è stata la band stessa ad inventarli, dando poi l’ispirazione ad altri che ne hanno portato avanti il discorso musicale. Se stessimo giudicando un altro gruppo, questa estrema aderenza agli stilemi tipici del “Gothenburg sound” sarebbe da considerare un difetto. Ma stiamo parlando degli At The Gates, il gruppo che praticamente lo ha inventato, il “Gothenburg sound”.
L’album scorre estremamente fluido per tutta la sua durata, senza particolari picchi né particolari cadute di stile. Il sound è come al solito granitico, con le chitarre in rilievo e la batteria abbastanza “indietro” nel missaggio. La scelta dei suoni si rivela azzeccata, per quanto alla lunga il muro di suono creato dai “chitarroni” possa diventare stancante. La tracklist è particolarmente nutrita, quasi a volerci ricordare che in questi anni gli At the Gates non sono rimasti con le mani in mano. Per fortuna, tanta quantità non va a discapito della qualità, e da tutti i pezzi trasuda l’esperienza decennale e la passione di un gruppo. In breve, At War With Reality è un disco degli At The Gates in tutto e per tutto, con tutti i pregi e i difetti che questo può comportare nel 2014. Se volessimo esprimere un giudizio efficace e sincero sul disco potremmo semplicemente dire che quello che fanno gli At The Gates lo sanno fare altre diecimila band, ma come gli At The Gates, ancora oggi, non lo sa fare nessuno.
7.0