(Massacre Records, 2013)
1. Murderlust
2. Pandora’s Hell
3. Fear Me
4. The Violent Act
5. Punishable By Death
6. In Process
7. Iconoclast
8. Darkest Of Forces
9. Refill The Chest
10. Assassin (Muse Cover)
Bisogna ammetterlo: cambi di line-up a parte, gli Hatesphere sono certamente da annoverare tra le realtà più attive e prolifiche del panorama death/thrash europeo. I ragazzi di Aarhus, attivi dal 2000, vantano una discografia piuttosto ampia, formata da ben otto full-length album ed una serie di EP e split; la qualità è stata altalenante, bisogna ammetterlo, ma la voglia di fare e l’indole creativa del combo danese non si è mai arrestata.
Giunti sul finire di questo 2013 straripante di nuove comete e reunion storiche, gli Hatesphere pubblicano Murderlust, un disco che a giudicare dai promo e dalle indiscrezioni che circolavano un paio di mesi fa, avrebbe dovuto sancire un ritorno al periodo d’oro del combo danese. Ben disposto e con l’animo ricolmo di aspettative mi sono gettato tutto d’un fiato nell’ascolto ed è bastata una manciata di tracce per confermare le più rosee aspettative. Murderlust attacca subito con la titletrack, un brano diretto che sprizza potenza da tutti i pori e non intende lesinare su riff graffianti e martellanti pattern di batteria: bastano pochi secondi per constatare un ritrovato stato di piena salute ed efficienza, sono palesi i richiami ad album come The Sickness Within e Ballet Of The Brute. La successiva “Pandora’s Hell” si affida ad un approccio più ragionato, proponendo una cavalcata terremotante caratterizzata da riff quadrati ed un refrain facilmente memorizzabile, ponendo in chiusura un ottimo guitar solo; molto valide anche “Fear Me”, pezzo più lungo del lotto, che inizia con una litania luciferina per poi far mostra di un riffing granitico sul quel ricompare una forte vena melodica che da sempre ha caratterizzato questa band, riportando alla mente i primi dischi dei The Crown, e “Punishable By Death”, feroce ed assassina come “Murderlust”. Per finire, come ciliegina sulla torta dopo la chiusura affidata all’ottima “Refill The Chest”, ecco a sorpresa una riuscitissima cover di “Assassin” dei Muse, rielaborata in maniera personalissima ed efficace. Murderlust è un disco che punta principalmente sull’aggressione frontale e su d’una forza d’impatto non indifferente, senza però dimenticare la giusta dose di melodia e alcuni passaggi su tempi medi dal sapore epico; come nel riuscitissimo The Sickness Within l’esuberanza del thrash metal novantiano si unisce alla durezza e alla pesantezza del death tipicamente statunitense, ottenendo un mix esplosivo di facile presa sull’ascoltatore. Fortunatamente, dopo un periodo non troppo brillate ed alcuni assestamenti gli HateSphere sono tornati a far sentire con forza e decisione la propria voce, dimostrando una grinta ed una classe da pesi massimi del genere.
E’ praticamente impossibile, e sarebbe un errore, non denotare il consistente calo d’ispirazione e qualitativo che gli Hatesphere avevano subito dal 2007 in poi, e l’instabilità di line-up della band non ha certo giocato a loro favore, ma per fortuna, dopo il deludente The Great Bludgeoning, i danesi sembrano aver ritrovato una buona alchimia e i risultati sono palesemente positivi. Felici della nuova epifania che la band ha sperimentato, ci auguriamo che nel prossimo futuro possano regalarci altre uscite degne di nota.
7.5