(Comatose Music, 2015)
1. The Prophecy
2. Inhuman Inoculation
3. The Arrival
4. From Distant Worlds
5. Eliminating the Indigenous
6. Unable to Ascend
7. Cultivation of Human Offspring
8. The Berserker
9. Fucking the Rotting Nun
Sicuramente non saranno mai noti per la loro prolificità, ma fortunatamente gli Incinerate compensano ampiamente questa parsimonia di pubblicazioni con un ottimo livello qualitativo; musicalmente parlando ci troviamo davanti un brutal death metal di scuola americana fortemente ispirato agli iconici Suffocation , che abbraccia quindi un approccio old-school caratterizzato da una produzione potente e cristallina ed uno sfoggio di tecnica sopra la media.
Eradicating Terrestrial Species cattura subito l’attenzione, anche grazie al sulfureo e demoniaco artwork ad opera del capacissimo Jon Zig, ma non fermiamoci solo alle apparenze: una volta addentratisi tra i meandri di questo disco verremo letteralmente aggrediti dalla potenza esplosiva racchiusa in nove tracce di brutal-death tecnico sapientemente bilanciato tra personalità e fedeltà agli stilemi del genere. “The Prophecy” è un’intro strumentale tramite la quale potremo assaporare uno scorcio di natura incontaminata, vessata sul finale dalla furia degli elementi che porta al totale annientamento. Segue “Inhuman Inoculation”, brano piuttosto classico caratterizzato da un susseguirsi di stop ‘n’ go repentini, batteria martellante ed alcuni rapidi cambi di tempo codificati in quel brutal tecnico “primordiale” figlio di Suffocation e Deeds of Flesh. Giunti a “From Distant Worlds” ritroveremo la stessa formula dei brani precedenti, ma in questo caso la band fa leva su ritmiche cadenzate e dà spazio ad alcuni riff melodici, i quali hanno il pregio di esaltare la freschezza compositiva degli Incinerate. Si tratta di una scelta azzeccata che ritroveremo anche nel pezzo successivo, “Eliminating the Indigenous”, impreziosito tra l’altro da poderosi pattern di basso messi una volta tanto in primo piano, che riporteranno alla mente gli Origin di Echoes of Decimations. “Cultivation of Human Offspring” è indubbiamente il brano più death metal oriented: pur rimanendo piuttosto incalzante, presenta soluzioni più vicine ai primi Vital Remains ed un sfoggio di riff quadrati squisitamente floridiani. La conclusione è affidata alla blasfema “Fucking the Rotting Nun”, traccia martellante e velocissima che si barcamena tra terremotanti assalti in doppia cassa, riff incalzanti ed un’alternanza tra growl cavernoso e screaming graffiante.
Terminato l’ascolto di Eradicating Terrestrial Species, e ripreso il fiato dopo questa devastante cavalcata in territori oscuri ed apocalittici, potremo senza ombra di dubbio definirci soddisfatti dell’ultima fatica degli Incinerate: sette anni spesi bene, dunque. Se al giorno d’oggi molte giovani formazioni sembrano preferire la quantità alla qualità, ci pensano i Nostri a remare vigorosamente contro corrente, riportando in auge un sound tanto violento quanto chirurgicamente preciso ed e assassino, una piccola perla di brutalità pronta a far scapocciare orde di extreme metallers.
7.5