(Victory Records, 2013)
01. Voice Your Disgust
02. Terror Regime
03. Utte Chaos
04. I Am Hatred
05. Blind Devotion
06. Scorn
07. Rage Through The Wasteland
08. Ruthless Omnipotence
09. I Don’t Need Society
10. Carpet Bombing
11. Pronounced Dead
In questi ultimi anni travagliati di difficoltà economiche, instabilità politiche e rivoluzioni varie è diventato quasi un bisogno fisiologico riuscire ad individuare dei punti saldi, qualcosa che rimanga immutato e invariato nel corso degli anni, qualcosa a cui potersi aggrappare come “ancora di salvezza”. Perdonatemi l’introduzione volutamente “gonfiata” ma i Jungle Rot sono esattamente questo, ovviamente parlando del panorama musicale: una grande e solida realtà che da ormai vent’anni produce con costanza e passione dischi di old school death metal 100% U.S. style.
Dalla fondazione (risalente all’ormai lontano 1994) ad oggi il combo del Wisconsin ha pubblicato ben sette full-length di cui gli ultimi due sotto l’egida della Victory Records, conosciuta dal grande pubblico per aver patrocinato svariate releases in campo metalcore e deathcore. Terror Regime arriva sul mercato a due anni di distanza dal suo predecessore e, come da tradizione, si prepara a investirci con il suo old-school death marziale e guerresco corredato da uno splendido artwork perfettamente in linea con le tematiche trattate dalla band; immergendoci nell’ascolto possiamo farci un’idea piuttosto completa dell’intero platter analizzando i primi tre brani, che rispecchiano praticamente in toto l’anima di quest’opera. La prima traccia “Voice Your Disgust” è una tipica manifestazione di old-school death metal di matrice americana, suona essenziale e diretta poggiando su strutture semplici, midtempos classici e un riffing graffiante, privo di ogni orpello tecnico; insomma, soluzioni ben rodate, dai risultati certi ma anche stancanti a lungo andare. Si continua poi con la titletrack, una cavalcata death/thrash piuttosto tirata con diverse accelerazioni, dotata di una buona fluidità e di un breakdown dall’appeal moderno che compare nell’ultimo minuto d’esecuzione. Passiamo poi al terzo brano “Utte Chaos” pezzo dal DNA decisamente classico, impreziosito da alcuni assoli di chitarra piuttosto accattivanti e stop’n’go al fulmicotone. Il resto della tracklist prosegue su queste coordinate, fatta eccezione per “Blind Devotion”, brano groovy e melodico allo stesso tempo che porta alla mente i Torture Killer, e “I Don’t Need Society”, episodio particolarmente fuori dal coro in quanto totalmente thrash-oriented. La conclusione è affidata a “Pronounced Dead”, uno dei pezzi più riusciti, grazie a delle strutture solide, un riffing monolitico e un ritornello ficcante e facilmente memorizzabile, che non deluderà i fan(atici) del death metal.
Parliamoci chiaro, in tanti anni di onorata carriera i Jungle Rot hanno volutamente mantenuto un certo immobilismo stilistico, e la totale devozione alla scena estrema degli anni 80 e 90 è sempre stata il loro punto di forza; peccato però che questa pubblicazione, come la precedente, palesi un notevole calo d’ispirazione. Sperando in un ritorno ai fasti di un tempo, per ora risultano promossi con riserva.
6.5