(Season Of Mist, 2013)
1. Introvertigo
2. Totalt Sjelelig Bankerott
3. Hjertets Holodomor
4. Drammen
5. Stolichnaya Smert
6. Terminal Transnistrii
7. Phantom Kosmonaut
8. Goat Lodge
9. I Eklipsens Skimmer
10. Sans Soleil
11. Inertia Corridors
A distanza di ben sette anni dal precedente Moribund, i norvegesi Koldbrann tornano a calcare la scena black metal europea con la loro ultima fatica, intitolata Vertigo. Da più di un decennio il terzetto di Dammen si erge ad alfiere e portavoce del black più puro e saldamente ancorato alla tradizione norvegese, e in tutti questi anni è riuscito a dimostrare di essere all’altezza dell’arduo compito.
Vertigo scopre buona parte delle sue carte sin dalle prima battute, l’intro banalmente intitolata “IntroVertigo” attacca con un incedere marziale e piuttosto cadenzato, nel quale serpeggiano alcuni riff glaciali e monolitici, per poi acquistare maggior velocità e iniziare a prendere corpo, sfociando in un brano classico e ben riuscito di “true norvegian black metal”. Senza troppi preamboli si entra nel vivo del platter con la seconda canzone “Totalt Sjelelig Bankerott”, già portata all’attenzione del pubblico grazie al singolo uscito qualche mese fa, un brano costruito su di una robusta ossatura di riff taglienti e precisi uniti a un drumming che alterna velocità medie ad alcune accelerazioni repentine, che comunque non si distacca mai dalla trama di partenza, sposandosi bene ad un basso molto presente ed incisivo; il risultato è un quadro dal DNA 100% black metal norvegese. Segue “Hjertets Holodomor”, un breve stacco strumentale dal mood oscuro che attinge dal cuore della fiamma nera e ne vomita i suoi vapori mefitici sul resto delle composizioni a venire; tale brano risulta essere il primo di una tripletta strumentale, della durata inferiore al minuto, che si pone come scopo quello di riuscire a preservare l’atmosfera di freddo abissale che ammanta per intero l’opera . Proseguendo nell’ascolto si rimane piacevolmente sopresi dall’ottimo livello di ogni singolo brano che forma Vertigo, oltre che dall’abilità e l’affiatamento sviluppato dai Koldbrann in questi lunghi anni. Decisamente sopra la media “Phantom Kosmonaut”, brano dall’inizio ipnotico e trasognante che sfocia in rabbia e disperazione pur mantenendo un’alternanza ben equilibrata con parti maggiormente melodiche, e “Goat Lodge“, decisamente più ferale e old-school. Si tratta di due brani estremamente coinvolgenti, che prometto fuoco e fiamme in sede live. Nei quarantotto minuti della sua durata Vertigo si dimostra un vero “purosangue”, un’opera di black metal classico mai dozzinale né tantomeno derivativo, anche se per tutta la durata del disco si possono percepire echi e vaghi richiami ai Satyricon d’annata. Visto nella sua completezza l’album risulta robusto e carico di emozioni, il che lo renderà un bocconcino appetitoso per tutti gli appassionati della scena.
Dopo un lungo silenzio, i Nostri hanno dimostrato di non aver perso minimamente lo smalto e di essere ancora in grado di alimentare il fuoco oscuro di un genere che spesso si tenta di innovare e ibridare ma che il più delle volte riesce a dare il suo meglio solo nella forma più pura e primigenia. Sperando di non dover attendere altrettanti anni per un nuovo lavoro, promuoviamo quest’opera dei Koldbrann e attendiamo con ansia quanto seguirà nell’avvenire.
7.0