(Punishment 18 Records, 2012)
01. Walls Of Lies
02. Sacred Deceit
03. Mad Maze
04. Cursed Dreams
05. …Beyond (Instrumental)
06. Caught In The Net
07. Lord Of All That Remains
08. Mk-Ultra
09. Retribution
Il periodo d’oro del thrash metal è sicuramente già passato ma, per nostra fortuna, non si può certo dire che il genere sia in declino; grazie alla passione di tante nuove leve e anche grazie al ritorno sulla scena di qualche “vecchia gloria”, il genere ha continuato a rimanere vivo e pulsante regalandoci, a intervalli regolari, alcune perle degne di nota. I Mad Maze, band modenese formatasi nel 2010, hanno sin dal principio mostrato di avere tutte le carte in regole per poter dichiarare che il thrash metal ha ancora molto da dire e che le nuove leve non devono essere per forza delle band prive di idee che si limitano a tributare e scopiazzare quello che andava in voga sul finire degli anni ’80.
Frames Of Alienation è il loro full-length di debutto, uscito per la validissima Punishment 18 Records, etichetta sempre attenta a promuovere le migliori realtà dell’underground estremo italiano. Premendo il tasto “play” veniamo accolti da alcuni arpeggi chitarristici dall’incedere lento e melodico che fungono da mini-intro al primo minuto dell’opener “Walls Of Lies”, prima che si accenda la miccia con un riff graffiante che dà fuoco alle polveri e fa letteralmente esplodere il potenziale sonoro dei Mad Maze. Forti di una seziona ritmica varia e tecnicamente d’alto livello i Nostri sono stati in grado di attingere a piene mani da tutti i classicismi del thrash metal di vecchia scuola, modellando però le proprie composizioni in maniera estremamente personale e dinamica; riuscire in quest’impresa senza venir meno a quella dose d’ignoranza e veemenza belluina tipica del genere non è certo cosa facile, ma i cinque modenesi mostrano che, con impegno e preparazione, nulla risulta impossibile. Con la doppietta “Mad Maze” e “Cursed Dreams” si inizia a viaggiare su ritmiche più impegnative, sostenute da riffing serrati e alcuni rallentamenti catchy perfetti per scatenare il mosh-pit in sede live. Come per smorzare la furia appena dispiegata i Mad Maze propongono poi una breve canzone completamente strumentale intitolata “…Beyond” che ci regala due minuti e mezzo abbondanti di melodia pacata e liquida per riprendere fiato e preparare i nostri padiglioni auricolari alla nuova tempesta in arrivo. “Caught in The Net” riparte in quarta, aggredendo l’ascoltatore con velocità e precisione, accompagnandoci alla successiva “Lord Of All That Remains” uno dei brani meglio riusciti, anche in virtù di un guitar-solo iniziale da pelle d’oca; infine la conclusione è affidata all’ottima “Retribution”, brano dal sapore classico in cui regnano i mid-tempos e gli stop-n-go tipici del thrash. Un plauso all’ottima prova vocale di Alberto “Detto” Dettori, che grazie ai frequenti cambi di tonalità e alla sua timbrica tipicamente “thrash” di vecchia scuola è riuscito a donare maggior brio e lustro a questo disco.
Che dire… bravi davvero! Ancora una volta, una band di giovani preparati e volonterosi è riuscita a dimostrare la validità dell’underground italico che, in barba alle malelingue, continua a crescere e migliorare di anno in anno. Sperando presto nell’uscita di un successore degno di Frames Of Alienation, premiamo e ci congratuliamo con i Mad Maze per l’ottimo disco confezionato.
7.5