(Relapse Records, 2013)
1. Death From Below
2. Dawn Of Slugs
3. War Therapist
4. Fucktards Parade
5. Built Of Lies
6. Shit Reminders
7. Designed To Fail
8. Get Exorcised
9. Fresh Meat For The Grinder
10. Repudiate
11. Army Of Freaks
12. Hailing Regression
13. Cockroaches
14. Wrong Turn
15. Let The World Burn
16. Piss Off (Part 2)
17. Waste By Definition
18. Unfair For Whom
19. Bring Them To Ruin
20. Begging For The Obvious
21. Redline
22. Blind Disciples
23. Betrayer
24. Behind The Mask
Le sorprese che il 2013 ci sta riservando sembrano non voler finire mai e noi siamo ben felici di accoglierle a braccia aperte. Giunti sul finire di giugno ecco un’altra grande band che torna a scuotere la scena dell’extreme metal: stiamo parlando dei grinders svizzeri Mumakil, saliti alla ribalta nel 2006 grazie al violentissimo Customized Warfare e da allora divenuti realtà affermata nel settore.
Il nuovo arrivato in casa Mumakil s’intitola Flies Will Starve e mette subito in chiaro i propri intenti: portare in tutto il globo il verbo della devastazione sonora, a suon di grindcore potente, veloce e sguaiato. Attivo dal 2004, il quartetto di Ginevra si è sempre contraddistinto nella scena per un songwriting piuttosto vario ed in parte innovativo, e pur mantenendo inalterati i principali stilemi del genere è riuscito a sbaragliare buona parte della concorrenza grazie ad una furia ed una potenza difficilmente eguagliabili. Questo disco, a differenza dei predecessori, risulta più conforme agli standard grindcore e in alcuni frangenti persino un po’ ripetitivo: non che la cosa in sé risulti inficiante, ma, ahimè, riesce comunque ad intaccare la resa finale. Il disco è composto da ventiquattro brani della durata compresa fra i trenta secondi e i due minuti, che fanno della velocità d’esecuzione e dell’aggressione sonora i propri cavalli di battaglia. La tripletta formata da “Death From Below” , “Dawn Of Slugs” e “War Therapist” apre le danze in maniera diretta, omaggiando lo stile di Nasum e Rotten Sound; la maggior parte dei brani segue questa linea, facendosi largo fino all’anima dell’ascoltatore grazie ad uno spaventoso wall of sound. Chitarre ultra distorte sgranano un riff dopo l’altro ad una velocità impressionante, sostenute da una base di blast-beats terremotanti e raffiche di doppio pedale, con un basso sempre in primo piano che riesce a sottolineare e migliorare la resa brutale della musica proposta. Vale la pena di menzionare alcuni episodi che variano in maniera efficace e “rinfrescante” il copione principale, come la dissonante “Build Of Lies”, che ricorda in parte i Phobia, oppure “Designed To Fail”, dal tipico DNA death/grind, dotata di un riffing tagliente e maggiormente ragionato rispetto alla media, o anche “Fresh Meat For The Grinder”, caratterizzata da un mood più cupo e da alcuni riff tecnici degni di nota, e per finire “Blind Disciples” costruita su di un’andatura cadenzata e una spiccata attitudine hardcore.
Seppur abbiano perso quella brillantezza compositiva degli esordi che aveva garantito loro un posto nella “hall of fame” del grind, i Mumakil si sono riconfermati come una solida e convincente realtà, capace di scatenare la furia incontrollata che risiede nell’animo umano. Flies Will Starve si può tranquillamente annoverare tra le migliori pubblicazioni grindcore di quest’anno.
7.0