(Brutal Bands, 2013)
01. Throne of Derision
02. An Ambiguous Era
03. Hollow Skulls
04. Endless Void Of Human Hunger
05. Reaching Ground Zero
06. Aberrent Course
07. Methods of Humanity
08. Let It in Breathe It Out
09. 1000 Tongues
Qualcuno di voi avrà sicuramente sentito parlare degli Human Rejection:si trattava di una band greco/macedone dedita ad un brutal-death metal dai tratti moderni, contaminato da alcune influenze deathcore. Dopo aver rilasciato due album i Nostri erano giunti ad una fase di stallo, dovuta ad alcune discrepanze interne sulla direzione che avrebbe dovuto intraprendere la band. Questa situazione aveva minato la stabilità del gruppo portandolo vicino allo scioglimento, ma fortunatamente quando tutto sembrava perduto i ragazzi sono riusciti a ritrovare la giusta alchimia e una nuova invogliante via da percorrere, rinascendo col nome di Murder Made God, mantenendo invariata la line up fatta eccezione per il cantante.
Passati alcuni mesi di frenetica attività dopo la “rinascita”, il combo greco presenta finalmente il disco di debutto, a lungo atteso dai fans, anche grazie ad una solida ed intelligente campagna promozionale attuata dalla rinomata Brutal Bands Records; dietro al titolo Irreverence si nasconde un piccola perla di tecnica, violenza e perizia compositiva d’alto livello. Il brano d’apertura “Throne of Derision” attacca con una ferocia senza pari, vomitando una quantità impressionante di note in un tripudio di violenza sonora e riffs piuttosto tecnici; “An Ambiguous Era” e “Hollow Skulls” si muovono su ritmiche frenetiche ed incalzanti sciorinando una serie di riff velocissimi e graffianti, dotati di una forte impronta caratteristica, mentre “Reaching Ground Zero” è il classico pezzo d’assalto, trasudante groove da tutti i pori, caratterizzato da alcuni cambi di tempo repentini e un mood chiaramente ispirato ai Dying Fetus. Per finire citiamo la coppia di chiusura formata da “Let It in Breathe It Out” e “1000 Tongues”, nelle quali emerge il lato più emotivo e catartico della band: nella prima vengono ripescati alcuni midtempos e passaggi à la Blood Bath, mentre l’ultimo punta più sulla tecnica e su quel sound un po’ old school che ricorda il debut album dei nostri Unbirth. In complesso abbiamo a che fare con un album ben strutturato e parecchio dinamico, Irreverence possiede tutte le caratteristiche per deliziare gli appassionati del metallo mortifero più estremo e anche coloro che apprezzano le produzioni moderne e pulite; in definitiva un vero e proprio ritorno con il botto.
Seppur non inventino nulla i Murder Made God sono riusciti a creare un ottimo disco, facilmente riconoscibile, dotato di una spiccata personalità e basato su di un approccio brutale, muscoloso e tecnico. Consci delle potenzialità espresse dalla rinata band, ci riserviamo di tener d’occhio questi ragazzi attendendo con ansia le pubblicazioni future.
7.5