(Peaceville Records , 2014)
1. LSD
2.Annihilation
3.Far
4.The Ether
5.Fist Of Satan
6.All Must End
7.Cosmic Gun
8.Dissolve To Impiety
Black metal e musica elettronica. Un binomio che, per quanto spesso considerato di non facilissima assimilazione, ha spesso regalato delle vere e proprie perle. Proprio i Mysticum, nel lontano 1996, iniziarono quel discorso stilistico che poi fu ripreso da gruppi come gli Ulver (con le dovute parentesi e le dovute virgolette).
Il loro ultimo Planet Satan è un disco che ha vissuto una gestazione estremamente travagliata. In origine la release era stata pianificata per la fine degli anni 90 ma, a causa di una serie di inghippi contrattuali e il temporaneo scioglimento della band, il disco fu messo in un cassetto per essere successivamente rivisto; esce finalmente nel 2014 sotto la bandiera della Peaceville Records.
Inutile dirlo, Planet Satan sarebbe davvero dovuto uscire dieci anni fa. Quelle che ieri potevano sembrare soluzioni all’avanguardia, oggi paiono quasi old school: l’album scorre piuttosto bene, ma è abbastanza prevedibile sotto ogni aspetto. Praticamente ogni escamotage che la band tira fuori dal cilindro risulta appartenere ad un epoca diversa, come per esempio l’intro di “LSD”, uno dei brani a mio parere meno validi del disco. Il vero problema di Planet Satan è che, nella sua anima, rimane un disco d’avanguardia. Un disco d’avanguardia che se fosse uscito a tempo debito avrebbe fatto la sua porca figura, ma che oggi fatica ad ingranare. Lascia dunque l’amaro in bocca constatare che le parti più tipicamente black metal siano le parti più godibili dell’intero disco, e che le parti “d’avanguardia” siano state sviscerate da decine di altri gruppi.
La parte strumentale è tutto sommato piuttosto buona, pur non presentando guizzi particolari o vistosi virtuosismi. I suoni sono quelli classici del black metal di scuola norvegese, con chitarre secche e taglienti e batteria in primo piano. Lo screaming è piuttosto monocorde, ma rimaniamo negli standard del genere. Il basso invece risulta tristemente non pervenuto, ma anche in questo aspetto Planet Satan riflette la scuola di pensiero che vigeva negli anni 90. La parte elettronica risulta piuttosto variegata, spaziando da basi ambient a momenti più aggressivi. “Cosmic Gun” e “Far” rimangono i pezzi più interessanti del platter.
In conclusione, siamo di fronte ad un paradosso. Se potessimo tornare indietro nel tempo con una copia di Planet Satan, probabilmente il voto sarebbe ben superiore a 7. Purtroppo siamo nel 2015, e questo è un fattore non indifferente. Triste ma vero, abbiamo tra le mani un disco prevedibile, che si tiene a galla solo per le parti puramente black metal. Passate oltre.
6.0