(The Spew Records, 2012)
1. Elegy for the Flesh
2. Memetic Infection
3. Breastfed with Mendacity
4. Sarin Benison
5. Ravenous Theophaghists
6. Allograft Harvesting
7. Clinical Savagery
8. Plastinated Birth
Il paragone più azzeccato che mi viene in mente, per descrivere i Natrium, è quello della larva che si trasforma in farfalla. Formatisi nel 2001, in Sardegna, hanno iniziato la loro carriera all’insegna di un death/thrash metal piuttosto anonimo e dozzinale, che li avevano portati al traguardo del primo full-lenght nel 2005, intitolato The Day Of Pain. La loro prima pubblicazione si classificava all’interno della categoria “album mediocri” e nonostante qualche spunto interessante non riusciva a scalfire più di tanto l’ascoltatore, finendo per stancare piuttosto in fretta.
Dopo circa 3 anni e mezzo di pausa e alcuni cambiamenti nella lineup, la band ha subito un vistoso mutamento sia nello stile musicale proposto che nel songwriting , passando a un death metal corposo, brutale, tiratissimo che strizza un occhio alle realtà più moderne nel genere. Questi cambiamenti si sono concretizzati con la pubblicazione del loro secondo disco Elegy For The Flesh, e qui entra in gioco la “metamorfosi in farfalla”.
L’ultima fatica dei cinque sardi è senza ombra di dubbio un’opera dalle grandi potenzialità che mette in risalto tutte le migliori caratteristiche del combo italico: la prima cosa che si nota è il growling molto personale e convincente del singer Lorenzo Orru, pesante e violento quanto basta, senza dover ricorrere ad inhale o squeals, il tutto completato da una timbrica decisamente personale e sopra la media che si distacca dai soliti dettami del genere. Il lavoro dei due chitarristi si interseca alla perfezione con la prova di Alessandro Farci al basso, dando vita a una trama sonora strabordante, veloce e groovy al punto giusto. Ogni singolo brano contiene tutti gli ingredienti per provocare un assalto sonoro che lascerà l’ascoltatore totalmente senza fiato. I termini di paragone più azzeccati, tanto per citare qualche nome altisonante, sono Gorgasm e Suffocation ,con qualcosina degli Aborted.
Tirando le somme, mi sento di promuovere appieno la “nuova incarnazione” dei Natrium, l’ennesima prova tangibile dell’alto livello qualitativo raggiunto dal panorama death del “Bel Paese” negli ultimi 7-8 anni, e mi auguro che continuino con passione e dedizione su questa strada.
8.0