Dato che l’Estragon sembra aver abbandonato i concerti extreme metal, ultimamente cominciava a diventare arduo per i poveri deathster e blackster emiliano-romagnoli potersi sollazzare con la musica amata senza dover spostarsi per forza verso la Lombardia o il Lazio. Fortunatamente, quando le speranze sembravano ormai perdute, ecco arrivare come un fulmine a ciel sereno questa data tostissima, con tre band di tutte rispetto pronte a scatenare la furia del death metal in tutte le sue forme, martellando senza pietà i timpani degli spettatori.
NILE + EX DEO + SVART CROWN
+ Black Therapy
ZR, Bologna
06 / 09 / 2013
SVART CROWN
Il locale è ancora relativamente vuoto quando il quartetto francese prende possesso del palco ed inizia il soundcheck, operazione snella che si conclude in una decina di minuti. Poi, a sorpresa, gli Svart Crown iniziano la propria esibizione con ben quindici minuti d’anticipo sulla scaletta ufficiale; non ci è dato sapere quali motivi si celassero dietro tale scelta, fatto sta che il combo di Nizza si butta a capofitto nella propria esecuzione beneficiato da un suono perfetto e stentoreo. Le canzoni proposte sono tutte prese dal secondo e dal terzo album: tralasciando quindi la parentesi un po’ scialba di Ages of Decay, gli Svart Crown hanno puntato sulla loro ritrovata malignità, proposta sotto forma di death/black metal cupo e dissonante nel quale si percepiscono echi di matrice Ulcerate, un tipo di proposta che ultimamente sta riscuotendo parecchi consensi. Lo show procede liscio con pochissime pause, il vocalist JB Le Bail spende giusto qualche parola per presentare la band e per incitare il pubblico a scatenare un po’ di violenza sotto il palco, poi rimane concentrato nel gestire il suo growl cavernoso, che ogni tanto viene alternato a screaming di matrice black metal; una mezz’ora di musica onesta e ben realizzata, che ha dimostrato le buone doti e capacità degli Svart Crown e che avrà sicuramente permesso loro di guadagnare qualche nuovo fan.
EX DEO
Questa band ha sempre vantato (passatemi il termine) un certo numero di “haters” nel Bel Paese; c’è chi li definisce troppo commerciali, chi derivativi e poco ispirati, chi ancora pacchiani fuor di misura, nonostante ciò era da tempo che scalpitavo per poterli vedere in azione in sede live, curioso di appurare la loro capacità di riproporre on stage le atmosfere pompose ed epiche presenti in entrambi i loro dischi. Accese le luci, ecco comparire davanti al pubblico cinque nerboruti metallari, con indosso le corazze tipiche dei legionari romani, con tanto di stendardi e scritte in latino, il tutto completato da un intro strumentale dagli echi battaglieri. Una volta dato fuoco alle polveri gli Ex Deo hanno messo in piedi una scaletta accattivante, andando a pescare tutti i brani più epici e cacthy della loro discografia come “I, Caligvla”, “Divide et Impera” e “Teutoburg (Ambush of Varus)”, tratte dallo loro ultima fatica Caligvla, oppure “Romulus”, presa dall’omonimo album. Il corpulento frontman, nonché leader dei più conosciuti Kataklysm, ovvero l’italo-canadese Maurizio Iacono, si è prodigato nell’infiammare il pubblico raccontando alcuni brevi aneddoti sull’antico e glorioso Impero Romano, facendo leva sulle radici del nostro popolo che discende appunto dagli antichi conquistatori, il tutto in un italiano quasi perfetto. Una volta conclusa la propria esibizione gli Ex Deo sono usciti tra gli applausi: in fin dei conti il loro show è stato discreto, peccato per una performance un po’ fiacca dei due chitarristi Jean-François Dagenais e Stéphane Barbe, che hanno dimostrato alcune lacune nelle parti più melodiche.
NILE
Dopo una trepidante attesa giunge infine l’atteso momento degli headliner; che la maggior parte dei presenti fosse venuta solo per loro era certamente auspicabile, eppure ciò non mi ha impedito di meravigliarmi di fronte al nutrito numero di persone che si sono riversate all’interno dello ZR riempiendo finalmente il locale. Terminati i preparativi vari e finito il minuzioso check dell’immenso drumkit di Kollias, cominciano a diffondersi nell’ambiente note appartenenti ad antiche ed evocative melodice egiziane; dopo una manciata di minuti cullati da questa musica relativamente tranquilla, ecco comparire sul palco i quattro maestri del brutal-death metal tecnico, che vengono accolti da un boato della folla e da uno scroscio di applausi. Il buon Karl Sanders si concede un attimo per scattare una foto ricordo a tutti i presenti assiepati sotto al palco, che alzano immediatamente le corna al cielo appena inquadrati nell’obiettivo, poi accantonato questo simpatico siparietto i Nostri imbracciano gli strumenti e si apprestano a scatenare la furia della mitologia egiziana rivisitata nella sua chiave più esoterica e mortifera. “Sacrifice Unto Sebek” apre la danze infuocando subito il pubblico che scapoccia a più non posso o si getta nel mosh-pit venutosi a creare, si continua poi con una serie di brani pescati dal nuovissimo At the Gate of Sethutra i quali viene inserita la potentissima “Kafir”, tratta dal precedente Those Whom the Gods Detest, poi un tuffo nel passato con due estratti dal loro primo album Amongst the Catacombs of Nephren-Ka, infine arrivano gli intramontabili classici tra cui spiccano “Smashing the Antiu “, “Unas Slayer of the Gods” e per finire come di consuetudine la chiusura è affidata a “Black Seeds Of Vengeance”, il cui ritornello viene cantato a squarciagola da tutti i presenti mentre il pogo dilaga incontrastato. Inutile dirlo: precisi, ineccepibili e devastanti come sempre, i Nile si sono presentati in forma smagliante, con tanta voglia di fare, e hanno dato vita ad uno spettacolo magnifico, a partire dall’ottima scaletta proposta finendo con la grande dimostrazione di calore ed affetto nei confronti dei fans italiani; un’esibizione sopra le righe che ha nettamente spazzato via coloro che li hanno preceduti, riconfermandoli come una delle migliori realtà del panorama metal estremo moderno.
All’uscita dallo ZR siamo stanchi e accaldati, ma il sentimento che primeggia su tutti è quello della soddisfazione, e mentre si scolano le ultime birre e si scambiano quattro chiacchiere con l’amico ritrovato, si gusta il bel momento, augurandosi in un futuro prossimo di poter assistere ad altre date di questo tipo.