(Apostasy Records, 2012)
Con Atrophied in Anguish il combo di Oldenburg giunge al prestigioso traguardo dell’ottavo album da studio in ventidue anni di onorata carriera. Come si può notare osservando la loro discografia, non si tratta certo di quella band che sforna un disco ogni anno, anzi in media gli Obscenity hanno sempre fatto passare tre o più anni tra una produzione e l’altra; in questo modo hanno sempre dato alle stampe dischi di buona fattura, ispirati e interessanti. Il nuovo arrivato in casa Obscenity è un album compatto, dal sound muscoloso ed aggressivo, che mette in risalto la forma smagliante della band. Dieci tracce di death metal genuino, dalla produzione potente e moderna, senza però cascare nei ritocchini plasticosi che hanno affascinato molte nuove leve della scena estrema. A livello di proposta musicale possiamo notare alcune similitudini con i sempreverdi Malevolent Creation e con i conterranei Purgatory. La coppia di brani “All You Can Kill” seguita dalla title-track “Atrophied in Anguish “ sono un perfetto esempio dell’indole violenta e tritaossa di questo album; ottima anche “Perfect Pain” uno dei brani più diretti e distruttivi, e “Neurotic Frenzy” dove mid-tempos e riffoni di matrice death/thrash sembrano portare indietro il tempo di una quindicina d’anni. Durante tutto l’ascolto del platter non verrete mai colti dalla noia e il divertimento sarà più che assicurato.
In barba alla fiorente corrente metalcore e deathcore che imperversa in Germania da alcuni anni a questa parte, gli Obscenity si ergono ad alfieri del death metal classico ed incontaminato mettendo a segno con Atrophied in Anguish un ennesimo centro per la felicità di tutti i “true deathster” lungocrinti e i fans sfegatati del genere.
7.0