(Vicisolum Productions, 2015)
1. The Lay of a Coming Storm
2. Parhelion
3. Avanturine
4. Ephemeral
Luvia è un paesino della Finlandia che si affaccia sul mare, lontano dal caos delle metropoli. I musicisti che suonano negli Oceanwake, dopo un periodo di lontananza dalla loro terra natale, hanno deciso di tornarci cinque anni or sono. Un ritorno alle proprie origini che ha dato come risultato un lavoro carico di pathos.
Sunless è composto da quattro lunghe suites che alternano l’incedere funereo del doom al post rock più liquido. Le direttive sonore sono oramai ampiamente collaudate. Troviamo infatti parti potenti alternate a momenti di calma per lo più apparente: “The Lay of a Coming Storm” ne è il tipico esempio. Il tratto veramente peculiare del combo è l’utilizzo della voce. Il vocalist Eero Haula riesce a coprire uno spettro sonoro che va da growl baritono di scuola death svedese allo screaming tipico del black metal. Sono ottime anche le parti di cantato pulito che, dosate con perizia, rendono la loro presenza preziosa. Sentendo “Parhelion” si viene travolti da sentimenti che vanno dalla furia fatta di tempi marziali scanditi da urla disperate, alla desolazione senza luce di un cantato che riporta alla memoria Discouraged Ones dei Katatonia. La vera forza del gruppo è proprio questo approccio alla musica così carico di chiaro/scuro.
Gli Oceanwake dimostrano nel loro secondo lavoro di avere affinato il proprio songwriting rispetto all’esordio del 2013, riuscendo a proporre un disco colmo di carattere.
7.5