(Trascending Obscurity, 2014)
1. Soul Torment
2. Altars of Redemption
3. Incarnations
4. Root of Suffering
5. Circle of Life
6. The Seven Gates of Hell
7. Destiny of Mortals
8. Arena of Souls
9. Hatred Breeds Suffering
10. Sins of Mankind
Ennesimo act black/death metal proveniente dalla Polonia. Fortunatamente non si tratta della solita e derivativa band fotocopia di Behemoth o Hate, bensì una solida realtà benedetta da una discreta vena creativa che dalla formazione ad oggi ha dimostrato di avere le idee chiare, sorrette da una buona preparazione tecnica.
I primi di gennaio del 2014 i Preludium hanno dato alle stampe il quarto album da studio, intitolato Redemption, un disco caratterizzato da un forte carattere guerresco ed ammantato in cupe atmosfere infernali. L’apertura è affidata a “Soul Torment”, brano introdotto da alcuni passaggi strumentali disturbanti e funerei che fungono da apripista ad un assalto frontale di black metal cadenzato e marziale che vi travolgerà e schiaccerà come un panzer in corsa; la successiva “Altars of Redemption” risulta invece più dinamica, con rapidi riffs di matrice black/death che si rincorrono tra accelerazioni brucianti e fraseggi taglienti di basso e chitarra, in un tripudio di violenza sonora coadiuvata da un grwol poderoso. Giunti a “Root of Suffering” farà capolino lo spettro degli ultimi Behemoth, attraverso atmosfere cupe e a passaggi più ricercati ed introspettivi risulterà impossibile non pensare ad Evangelion o The Satanist, ma fortunatamente tali influenze vengono sempre viste ed interpretate secondo l’ottica dei Preludium. Da segnalare la devastante doppietta composta da “The Seven Gates of Hell” e “Destiny of Mortals”, rapide cavalcate feroci e granitiche scandite da una pioggia di blast beats e alcuni mid-tempos epici. Si concludono infine le danze con la valida “Sins of Mankind”, che si riaggancia alle atmosfere malate della prima traccia alternando parti più incalzanti ad alcuni ficcanti rallentamenti semi-melodici, che ben si sposano con la prova vocale del frontman Ion, capace di passare con disinvoltura dal growl profondo ad uno scream luciferino tipicamente old-school black metal.
Pur essendo abbastanza canonico e dentro gli schemi, Redemption colpisce per la sua compattezza e forza d’impatto, risultando un disco piacevole e convincente sin dai primi ascolti. E’ ormai un dato di fatto che in quindici anni i Preludium non si siano mai scostati più di tanto da certi stilemi per scelta, questo potrebbe far storcere il naso ad alcuni ma in ogni caso si tratta di una scelta coraggiosa che per ora sta dando ottimi frutti.
7.0