(Agonia Records, 2012)
1. Blood Of Saints
2. Demon In My View
3. Necromantic Summoning Ritual
4. Divide Et Impera
5. (Dolce Et Decorum Est) Pro Patria Mori
6. Dystocratic
7. Iron Cross – Posthumous
8. The Elevendolf Seal
9. Fade Into Obscurity
10. Sword Of Damocles
11. Retribution
La Norvegia è la terra natia del metallo nero, e nel corso degli anni ha partorito una schiera imponente di band dedite a questo genere musicale. Ovviamente non tutte queste realtà sono riuscite a ricavarsi il loro spazio all’interno della scena extreme metal; alcune sono semplicemente scomparse, altre sono rimaste oscurate dalla fama di gruppi maggiori ed è in questa seconda categoria che entrano a pieno diritto i Ragnarok, attivi da diciotto anni e con ben sette full-length alle spalle e, nonostante questo, con una visibilità decisamente minore rispetto a quanto “seminato” in questo ventennio.
Il traguardo raggiunto con quest’ultimo disco segna anche la fine della collaborazione con la casa discografica Regain Records per passare sotto l’ala protettiva della più underground-oriented Agonia Records. Classici come pochi altri, con l’ormai rodata ciclicità di due anni in due anni, i Ragnarok tornano sul mercato con la loro ultima fatica intitolata Malediction. L’album si presenta bene sin dal primo sguardo, con un artwork ben realizzato e una cura maniacale nella produzione e nei piccoli dettagli. Addentrandoci nella tracklist, composta da dieci brani, ci troviamo subito faccia a faccia con “Blood Saints”, una cavalcata infernale che attacca con un’introduzione strumentale epica e apocalittica allo stesso tempo, per poi accelerare e colpire duro in stile primi Darkthrone. Seguono la feroce doppietta “Demon in my view” / “Necromantic Summoning Ritual”, due brani veloci che riportano alla mente i Marduk, basati su un riffing tagliente e cambi di tempo piuttosto frequenti, successivamente si incontra “Divide et Impera”, uno dei pezzi più maestosi e tecnicamente complessi dell’intero lotto; un plauso anche per “Dystocratic”, brano piuttosto evocativo ammantato in sapienti melodie, e il binomio di chiusura formato da “Fade into Obscurity” e “Sword of Damocles”, nei quali spiccano alcuni innesti ruvidi dal sapore thrash-black. Nel suo complesso Malediction si dimostra un platter ben realizzato, grazie un riffing variegato, una produzione potente e pulita al punto giusto che riesce a far risultare il disco come ben radicato nel filone del black classico norvegese senza però risultarne schiavo, anzi, mettendo le doti musicali della band in primo piano.
I Ragnarok hanno sicuramente dato alle stampe un buon album che, pur non risultando tra le migliori produzioni del combo di Sarpsborg, si è dimostrato all’altezza delle aspettative e piacerà sicuramente a tutti i seguaci della fiamma nera.
7.0