(Rotten Roll Rex, 2015)
1. Bonesaw Facefuck
2. A Beast of Human Waste
3. Holy Gory Glory Hole
4. Spinal Cord Impalement
5. Vomit Drenched in Mucus
6. Choking on Feces
7. Orgy in Guts
8. Black Flood of Body Fluids
9. Bitch Butcher Boogie
10. Grinding the Dead
11. Rampage in Red
12. Rot in Excrement
13. Lady Gagball
14. Hey Whore, Let’s Gore
15. Tennis Racket God
Terzo album in studio per i death/grinders svedesi Razor Rape: stiamo parlando di Orgy in Guts, che vede la luce nella morsa soffocante di questo luglio infuocato. Il combo di Malmö ci propone come sempre una mistura esplosiva di death metal di stampo nordico e grindcore sguaiato, una sorta di fusione tra Nasum, Rotten Sound e Dismember, il tutto completato da quel tocco “marcio” che non guasta mai.
Ci troviamo dunque davanti a tracce piuttosto essenziali ma ben strutturate, che fanno della semplicità e della violenza grezza il proprio punto di forza. Si aprono le danze con “Bonesaw Facefuck”, brano incalzante e di facile presa, grazie ad una sezione ritmica ficcante sorretta da un “tupa-tupa” di stampo death/thrash in versione ipervitaminizzata con tanto di basso esuberante e growling marcissimo. In “Holy Gory Glory Hole” la band si fa largo a suon di ritmiche groovy e rallentamenti tritaossa, ovviamente senza dimenticare i richiami alla vecchia scuola svedese, messi particolarmente in evidenza in brani come la title-track o “Grinding the Dead”. Un’altra caratteristica ricorrente è l’uso di squeal gutturali ed altri vocalizzi “stura-lavandino”, un elemento che fa parte del trademark dei Razor Rape sin dalla formazione.
Impossibile non abbozzare un sorriso e farsi coinvolgere dalla goliardica “Bitch Butcher Boogie”, traccia cadenzata e orecchiabile perfetta per i “balletti-grind” ed il crowd surfing in sede live. La conclusione viene invece affidata alla doppietta formata da “Hey Whore, Let’s Gore” e “Tennis Racket God”, tipici brani d’assalto chiaramente Rotten Sound-oriented che non faranno prigionieri dal vivo, grazie alla furia distruttiva ed alla pioggia di blast-beats che li caratterizza. Quello che stupisce positivamente è vedere come i Razor Rape abbiano fatto tesoro delle lezioni impartite dai vari big della scena estrema europea, facendo proprie una serie di influenze che unite assieme hanno dato vita ad un’orgia sonora certamente caciarona, ma indubbiamente coinvolgente ed appagante.
Nulla di nuovo sotto il sole chiaramente, ma parliamo in ogni caso un’opera ben realizzata in cui il combo svedese ha fatto sfoggio delle capacità compositive maturate dopo aver militato per tanti anni nell’undeground extreme-metal: Orgy in Guts riesce nel semplice quanto importante compito di picchiare duro, “fare male” e generare quella malsana energia che ci farà pogare come dannati.
7.5