(F.D.A. Rekotz, 2015)
1. Shunned to the Shadows
2. The Whispers of the Hanged
3. Fathoms unto Forever
4. Dagger-Clawed Chaos
5. Bloodkurdle
6. Severed and Blessed
7. Riddled with Worms
8. Caverns of Ancient Horror
Produttivi come sempre, i Revolting dell’instancabile Rogga Johansson si ripresentano a distanza di due anni con un nuovo disco, atto a consolidare la buona posizione guadagnata negli anni precedenti all’interno dell’attuale revival del death metal 100% vecchia scuola svedese.
Nel 2012 ci avevano positivamente colpito con il validissimo Hymns of Ghastly Horror; cosa aspettarsi dunque dal nuovo Visages of the Unspeakable ? E’ presto detto, metallo mortifero senza fronzoli benedetto da un sound potente e nitido, capace di non perdere quel “ grezzume” che ha sempre donato fascino al genere. In questa realease i Nostri hanno voluto approfondire maggiormente il proprio lato melodico, creando un interessante alternarsi di chiaroscuri in grado di migliorare la longevità del platter.
“Shunned to the Shadows” apre con una danza funerea e malata creata grazie ad un sapiente uso delle tastiere, prima di partire all’assalto con sferzate a base di swedish-death metal caratterizzato da riff taglienti e melodici allo stesso tempo, sconfinanti sovente in territori black metal. “Fathoms unto Forever” assume toni più duri, facendo sfoggio di un drumming incalzante e trasmettendo all’ascoltatore tutta l’urgenza del death metal primordiale che vedeva il suo periodo d’oro nei primi anni 90’; un break melodico spezza l’aggressione sonora, permettendoci di riprendere fiato prima di essere nuovamente accompagnati da ritmiche forsennate. Giunti a “Severed and Blessed” si ritorna sulle coordinati dei primi brani, in territori dominati da midtempos, blast-beats e riff graffianti alternati a qualche rapido assolo feroce ed assassino. Sul finale sale la tensione, magistralmente gestita da “Caverns of Ancient Horror”, traccia caratterizzata da un incipit arioso ammiccante al melodeath che si trasforma in breve tempo in una cavalcata old-school death sempre in bilico tra passaggi più incalzanti e virate più fruibili e ficcanti: un vero e proprio manifesto del death metal svedese.
Per nulla spaventati dal passare degli anni e dal mutare della scena metal mondiale, i Revolting continuano a battere il sentiero spianato anni orsono da Entombed, Dismember e Grave, aggiungendo come sempre qualche nota personale e scegliendo con quest’ultimo platter di esaltare il proprio lato melodico; il risultato è un disco coeso e piuttosto coinvolgente, di poco inferiore al suo predecessore. Sapete di cosa stiamo parlando, dunque non abbiate dubbi e correte a procurarvi una copia di Visages of the Unspeakable.
7.0