1. Automatic Reset
2. Fever
3. Contrails
4. DCVR
5. Last/Lost Hope
6. Surrender
7. Doomed Drifters
8. Scheme
9. Destination Unknown
I Watertank sono francesi e suonano un post hardcore perfettamente in bilico tra il suono dei Quicksand e la potenza melodica dei Torche. Potrei da un certo punto di vista finire di scrivere e rimandarvi alle band suddette, ma fermarsi qui potrebbe risultare fin troppo superficiale.
Chitarre drop C e ritmiche stoppate si fanno subito strada in “Automatic Reset”, che miscela melodia e tiro con grande abilità. Subito si nota la ricorrente presenza di ritornelli che ti entrano in testa dopo il primo ascolto: è questo il punto di forza del combo. Bisogna però anche ammettere che un po’ di imbarazzo si prova nell’attacco iniziale di “DCVR” per quanto sia simile al brano “Delusional” dei sopracitati Quicksand. Non parlo di plagio, ma di un amore fin troppo evidente dei ragazzi di Nantes per la storica band: le progressioni, le aperture, il wall of sound. Difficile non accorgersene. Proseguendo l’ascolto si passa dall’evidente hit del disco, “Last/Lost Hope” (con un cantato pericolosamente vicino a Dave Grohl dei Foo Fighters), a qualcosa di più cupo e aperto a dilatazioni. Nei tre brani finali si osa maggiormente, con esiti veramente notevoli: “Scheme” è davvero superba con il suo mood malinconico.
Come giudicare un disco di questo tipo? Destination Unknown è nel complesso ben suonato ma estremamente debitore di certe sonorità. Posso assicuravi che nel mio stereo ha girato parecchio e dubito fortemente che lo abbandonerà a breve. Se cercate originalità a tutti i costi rivolgetevi altrove, altrimenti godetevelo, perché questo lavoro merita davvero attenzione.
7.0