(Century Media, 2012)
1. Concealing Fate Part Four – Perfection
2. April
3. Concealing Fate Part Six – Origin
4. Dream Brother
5. Eden 2.0″
Nonostante la loro quasi decennale carriera (si sono formati nel 2003), i TesseracT arrivano a dare alla luce solamente nel 2012 la loro terza fatica in studio, licenziata da Century Media, con l’EP Perspective che segue l’Ep d’esordio Concealing Fate e il primo full length One targato 2011. Molti cambi di line-up hanno impedito i nostri di avere una maggiore regolarità sia dal punto di vista prettamente live che da quello compositivo, ma questo Ep ci ri-presenta una band matura e preparata tecnicamente; tra i primi a ridare nuova luce al metal progressivo assieme a realtà radicate come Periphery e Monuments, i TesseracT uniscono partiture prettamente metal appunto a momenti altrettanto decisi ma al contempo riflessivi.
“Perfection” apre il lotto: un intro interessante che parte con una voce in backwards accompagnata da partiture tribali di percussioni per sfociare in un’apertura pregevole su cui la fa da padrona un cantato alla Jeff Buckley davvero molto ricercato. Questo sentore acustico e rock si conferma in “April”, già presente sul primo disco One, dove una ballata djent che univa riff irregolari a parti vocali pregevoli viene ripresa, stravolta e riarrangiata per l’occasione dando vita ad un pezzo che alle volte sembra strizzare l’occhio a band (apparentemente) lontane dai nostri come i Muse. “Dream Bother” (cover di Jeff Buckley) e la successiva “Origin” non si discostano da quanto detto in precedenza, dando vita ad un lotto di pezzo quasi esclusivamente acustico. “Eden 2.0”, la riproposizione del pezzo già edito in One, chiude l’EP con l’unica canzone dove l’anima metal della band di Reading ritorna di prepotenza, ma è appunto solamente una extended version di una canzone precedentemente rilasciata e non aggiunge niente di nuovo né all’ep né, ovviamente, alla discografia della band, se non una piccola chicca per gli appassionati.
Recensire un lavoro fatto di tre pezzi riarrangiati dal primo disco One, una cover, e una nuova versione del loro pezzo più rappresentativo (“Eden”, rinominata per l’occasione “Eden 2.0”) non è opera facile: risulta essere una vera e propria gemma per tutti i fan, ma rischia di essere per tutti gli altri ascoltatori nient’altro che un modo come un altro per far passare una mezz’ora scarsa. Di certo c’è che i TesseracT hanno fatto un gran lavoro di arrangiamento e riproposizione che li vede primeggiare nel loro genere, se non fosse per il fatto che a momenti il sound proposto è davvero inaspettato e personalissimo. Se siete loro fan non fatevi sfuggire questo EP, altrimenti (a meno che non siate alla ricerca di musica acustica ben fatta) potete tranquillamente farne a meno.
6.0