(Black Market Activities, 2012)
01. Mostly Hair And Bones Now
02. This We Celebrate
03. The Truth Weighs Nothing
04. Not With All The Hope In The World
05. The Vipers
06. No Absolutes In Human Suffering
07. The Crown
08. When They Beg
09. Winter In Her Blood
10. Skull Trophy
11. Routine And Then Death
La Black Market Activities, etichetta di Boston, da alla luce in questa estate 2012 il quarto capitolo della discografia degli americani Gaza e probabilmente ci troviamo di fronte alla migliore uscita della band, superiore al già ottimo predecessore “He Is Never Coming Back” targato 2009, dopo la cui release i nostri hanno perso però uno degli elementi fondamentali, il fondatore Luke Sorenson. In questi anni che hanno separato i Gaza dal parto di questa nuova fatica l’attività live è stata molto intensa e prestigiosa, tanto da vedere i ragazzi di Salt Like City infuocare palchi rinomati in tutto il mondo come quello del Brutal Assault in Repubblica Ceca solo per fare un esempio.
La visione politica e religiosa della band è tutt’altro che pura e definibile, titoli come quelli delle loro release e le arti visual che accompagnano l’immaginario dei Gaza ne fanno una band controversa e decisamente unica nel suo approccio alla musica: il loro stile caotico e veloce è cornice di un quadro più ampio dove tematiche e composizione si uniscono in una estremità mai banale ed estemporanea. Il punk incontra la sua facciata più degradata in questo “No Absolutes In Human Suffering”, unita a strati di sludge e grind quanto mai brutali che non lasciano fiato all’ascoltatore, devastato dal caos crust che i nostri dipingono traccia dopo traccia in questi undici episodi uniti da uno stesso filo conduttore: nichilismo senza confini. Dalla strumentale e ultima traccia “Routine And Then Death” in puro stile sludge, alla velocità temperata di “Human Hair And Bones Now”, tanto cara a Converge e Trap Them, fino alla stupenda “The Vipers” dove i nostri danno il meglio di se in un mix che ricorda tanto i Napalm Death quanto i Botch.
Il messaggio che i nostri vogliono comunicare è quanto mai chiaro, esistono per ottenebrare l’anima, l’odio è il motto regnante e non c’è via di fuga al caos strisciante e depravato creato in densità sonica dalla band con questa ultima uscita: l’intensità della tracklist che la compone è da lasciare a bocca aperta ogni amante di sonorità cupe e violente, non vi sono punti morti né filler ma solo potenza e decadenza quanto mai viva e rappresentata in maniera cruda attraverso l’abilità nel songwriting comunque moderno che i nostri hanno la fortuna di possedere. “No Absolutes In Human Suffering è un disco senza compromessi che vede i Gaza distaccarsi dal ruolo di semplici followers: allontanando qualsiasi cliché, ci regalano quarantacinque minuti scarsi d’apocalisse.
8.0