(Eclectic Records, 2012)
1. Matricidio
2. Cicatrici
3. Vermi
4. Odio
5. Nel Bene nel Male
6. Come Pensi Così Sarai
7. A-Narcogrind
8. Non Trovo Parole (Sessossessione)
9. Terapia d’Urto
10. Reminiscenza
11. Fellatiocrazia
12. La Quiete e la Tempesta
13. Salt Mine (Assück cover)
14. TV (Tara Volontà)
15. Un Nuovo Taglio
16. Avvezzamento Ciclico
17. Storm of Stress (Terrorizer cover)
18. Furia Procace
19. Riflessi d’Evidenza
20. Colto da Disperazione
Parlando di trends legati alla musica più zozza in ambito underground – ragion per cui l’uso del termine ‘trend’ va decisamente adattato e ridimensionato; ndR –, se il quinquennio 2004-2009 ha fatto emergere le nuove leve più significative del brutal death metal, l’ultimo lustro è senza dubbio quello della, se così si può definire, New Wave of Old School Grindcore: i metallari vecchia scuola e i grinders più intransigenti mi perdonino quest’uscita, ma come definire altrimenti l’arrivo, da ogni parte del mondo, di parecchie band capaci di rivoluzionare il suddetto genere, mantenendolo più vivo che mai, pur avendo palesi i riferimenti all’attitudine di fine anni Ottanta e d’inizio Novanta?
Questo coraggioso preambolo per dire che, fra Insect Warfare (R.I.P.), ACxDC, Gorgonized Dorks, i nostrani Jesus Ain’t In Poland e compagnia, con un primo full length uscito per l’ucraina Eclectic Productions, anche i laziali Tsubo entrano in pieno diritto nel gotha delle nuove grindcore bands “con le palle”. Il quartetto della Ciociaria, comunque, aveva già mostrato i suoi attributi in più d’un’occasione, fra split ed EP (in particolare il buon Anus Mundi, del 2008, che aveva fruttato loro parecchie date in Italia e non, fra cui una al ‘mitico’ Obscene Extreme Festival), emergendo come formazione grintosa ed in costante ricerca d’una personalità musicale, pur senza tradire le radici del genere. Con l’ultima produzione, Con Cognizione di Causa, i nostri hanno decisamente raggiunto l’obbiettivo: il loro primo album, infatti, è un manifesto di un sound sì figlio di decenni di grind et similia, ma suona à la Tsubo al 100%! Chi abbia già sentito le produzioni di questi ragazzi, una volta ascoltata una qualsiasi traccia proveniente dal platter in questione, non potrà che darmi ragione: le venti songs sanno sorprendere, per quanto figlie d’una tanto nobile, quanto marcissima tradizione musicale.
Da sempre amanti d’arrangiamenti furiosi, alimentati a blastbeats intervallati da un drumming dall’incedere spezzato e ricercato, gli Tsubo del 2012 miscelano le loro classiche dissonanze chitarristiche figlie di certi Terrorizer e Converge, alle melodie angoscianti degli ultimi Cripple Bastards (in particolare da Desperatevely Insensitive in poi), alla cupezza dei Napalm Death di Fear, Emptiness, Despair ed all’assalto ed ai grooves dei Nasum, senza scordare qualche arrangiamento di grezzo death metal anni Novanta. Qua e là (“Non trovo la pace…”; “Odio”), inoltre, appaiono sperimentazioni e sonorità degne di certi Brutal Truth e, soprattutto, Cephalic Carnage, che creano momenti unici capaci comunque di mescolarsi bene nell’intero disco. Non credo vi sia una canzone in particolare da segnalare – anche se “Avvezzamento Ciclico” si dimostra il pezzo più maturo e rappresentativo, munito pure d’un assolo bello ‘metallone’ che non stona nel complesso –: Con Cognizione di Causa è un album il cui titolo è nomen omen; gode di suoni ottimali (grezzi, caldi, veri, bilanciati, definiti) ed è suonato e cantato in maniera ispiratissima (complimenti, anche questa volta, all’ugola di Giorgioni!). A mettere la ciliegina sulla torta ci sono anche un paio di schegge impazzite dal sapore più noisecore (la spazz-tica “A-Narcogrind” e l’analcuntiana “Un Nuovo Taglio”) e due cover (si veda la tracklist) a intramezzare il tutto: in effetti l’unico neo dell’album è, malgrado le strutture ricercate e poco prevedibili delle canzoni, il rischio d’una certa ripetitività. Per concludere, un gran finale a sorpresa, fra mid-tempos di richiamo post-rock, riverberi, chitarre acustiche (in barba al concetto anti-melodico che, sovente, contraddistingue il fronte grindcore più oltranzista) ed un omaggio a Nico Giraldi aka Tomas Milian dei tempi d’oro. Decisamente il disco della consacrazione degli Tsubo.
7.5