1. Dearborn and Buried
2. Boden
3. A Mon Ame
4. Nowena I 9.10
Atmosfere cupe, strutture indefinite e disperazione sonica sono il marchio di fabbrica dei belgi Amenra, che sono usciti da pochi giorni con il loro ultimo disco Mass V per Neurot Recordings. La band è attiva da ormai dieci anni e unisce tutto quello che di meglio il panorama post-metal ha da dare al momento, tenendo ben lontana l’attitudine -core ma avvicinandosi in maniera forte e concreta al doom e a sonorità vicine al drone, riuscendo ad essere comunque una spanna sopra ai molteplici tentativi inutili di emergere di altre band simili: non a caso è la Neurot di Steve Von Till, sempre attenta a nuovi talenti in questa branchia del metal, a licenziare questo prodotto.
Dischi come questo sono difficili da spiegare a parole, in quanto sono molto più che musica etichettata in una successione di canzoni che compongono una tracklist, ma piuttosto un vero e proprio viaggio sonico tra ambient e noise accumunati da un attitudine downtempo e oscura che regala all’intero album un qualcosa di “mistico”, specialmentee sepreferite ascoltare i cd in cuffia. Colin H. Van Heckout dona al suono della band belga la disperazione che solo un cantante con le sue doti vocali può fare, conferendo al tutto una decadenza sentimentale che avvolge Mass V di negatività ma al contempo di momenti di bagliore inaspettato, specie nei passaggi astratti, più melodici ed atmosferici. Questa dilazione delle composizioni può rappresentare forse l’unica vera differenza con i precedenti lavori, ma in sostanza non si può parlare tanto di un cambiamento abissale quanto di una naturale evoluzione verso un suono sempre più catatonico e, perché no, coraggioso. Da segnalare la presenza di Scott Kelly ad arricchire con la sua voce la traccia conclusiva “Novena 9.10”.
Per chi non ha familiarità con questo tipo di sound, Mass V potrà sembrare tutto fuorché quanto elencato fin ora, ma se siete alla ricerca di post-metal suonato come si deve e avete nostalgia dei lavori più classici dei Cult of Luna, non posso fare altro che consigliarvi le tenebre che questo Mass V, in maniera così conturbante, crea ogni qual volta si spinga il tasto play per lasciarsi avvolgere dall’iniziale “Dearborn are Buried”.
7.0