(Parkbench Records, 2012)
1. Vuota Solitudine;
2. Dolorestatico;
3. 7.12
4. Odd
Gli Eyelessight sono un gruppo italiano, precisamente di Pescara, formato nel 2011 e coraggiosamente dedito ad un black metal di stampo decisamente depressive. Dico coraggiosamente perché si sa quanto sia difficile emergere in un calderone di questo tipo fra tanta mediocrità e la tentazione di limitarsi ad essere cloni di Burzum (nonostante alcuni di questi progetti siano davvero validi), soprattutto in un paese come l’Italia dove raramente si trovano gruppi degni di nota in questo ambito, vuoi perché gli appassionati fedeli siano pochissimi o vuoi perché si tende a vedere il black metal come un genere più ridicolo che altro.
A parte questa piccola premessa, possiamo sicuramente inquadrare la proposta degli Eyelessight come influenzata da Burzum (e da chi altrimenti?), ma senza esserne succube: i brani non saranno originalissimi, ma lasciano trasparire una certa personalità nonostante siano stati registrati in presa diretta, magari andando ad appiattire certe soluzioni o rischiando di non dare la giusta profondità alle atmosfere. In ogni caso di depressive si tratta, spuntano talvolta rimandi ad Austere, Xasthur ed Impavida, con grande abilità nello scegliere gli arpeggi di chitarra di sottofondo in “Dolorestatico” o nella seconda parte di “Odd”, dove sembrano emergere richiami quasi post punk. Davvero coinvolgente e sentita la prova vocale, che sfrutta spesso e volentieri quel senso di “lontananza” e quella giusta dose di riverbero necessari ad una release di questo tipo e, che rifacendosi comunque agli stilemi delle vocals più strazianti nel genere, si avvicina nelle prime battute al cantato dei Sargeist. Come da tradizione l’uso di tempi cadenzati è obbligatorio e quando gli Eyelessight si cimentano con qualcosa di più veloce e trascinante (“7.12”) perdono tantissimo in atmosfera e comunicatività. Non comprendo cosa ci stia a fare quella magica parolina “post” nella definizione che loro stessi si danno, ma, nonostante qualche riff più “americano” già presente in questi quattro brani, spererei che il gruppo decidesse di affondare ulteriormente il proprio sound nel black metal tout court viste le buonissime premesse.
Tirando le somme ci troviamo davanti ad un demo con ottime potenzialità: se nel prossimo futuro ci saranno ulteriori sviluppi, sarò ben felice di sentire progressi di questi quattro ragazzi, sperando non si facciano prendere troppo la mano da eventuali derive post qualcosa. Per ora godiamoci i-i, messo gentilmente in free download dal gruppo, dato che le varie ristampe sembrano ovunque sold out.