(Napalm Records, 2013)
01 Oath Of The Abyss
02 Ruthless
03 Desperate Times
04 Winter Kills
05 The Appetite
06 Gutted
07 Curses And Epitaphs
08 Carsing Overkill
09 Haunting Refrain
10 Tripping Over Tombstones
11 Sail
I Devildriver sono uno dei gruppi trainanti dell’ormai non troppo nuovo Metal americano: assieme ai compagni di banco Lamb Of God, Trivium e Mastodon, per citare i più influenti, hanno saputo reinterpretare e dar nuovo vigore a quanto fatto in passato dai grandi nomi del metal a stelle e strisce, traendo particolarmente ispirazione dal thrash metal di stampo americano. Ogni gruppo in questione ha affrontato la propria prova in maniera differente, ed i Devildriver, a partire dal secondo album The Fury Of Our Makers’ Hand, la via “più semplice”: quella melodica. Da quel disco in poi non ce n’è più per nessuno: ogni album dei signori californiani in questione, partendo da massicce dosi di melodia svedese, ha saputo incanalare diversi aspetti del genere, passando dalla potenza di The Last Kind Words al groove assassino di Pray For Villains, sino all’inaudita violenza di Beast. Ogni disco ha segnato un determinato periodo della band capitanata da Mr. Fafara, ogni album ha saputo portare avanti la seppur giovane leggenda dei Devildriver sino ai giorni nostri, senza mai mostrare il fianco, tanta è sempre stata la carne messa sul fuoco dai cinque spericolati americani.
Nulla mancava per aggiungere un sesto capitolo glorioso alla propria discografia: e invece, analogamente a quanto successo ai già citati compari Lamb Of God, l’ultima fatica dei Devildriver non è riuscita a centrare il bersaglio. Winter Kills è un disco fiacco, pesante e a tratti noioso: le tonnellate di groove da sempre presenti nel suono del gruppo sono quasi totalmente assenti, non si ricorda neanche una melodia ficcante, poco incisiva risulta essere persino la prestazione vocale del frontman più assassino della scena moderna; e questo è grave. Nulla resta impresso nelle orecchie di questo album, persino l’artwork si rende poco apprezzabile. La produzione, anch’essa sempre variata nella storia discografica del gruppo, questa volta non è stata azzeccata, risultando troppo “morbida” ed incapace di dare smalto e far risaltare le pochissime parti coinvolgenti del disco, sotto tutti gli aspetti davvero deludente. Aggressività e melodie trascinanti qui sono solo ricordi e nulla più, e dopo cinque album passati alla costante ricerca del proprio miglioramento, comunque non sempre riuscendo appieno nel proprio intento, questo sesto capitolo della saga Devildriver annienta completamente le giuste aspettative per un nuovo disco assassino; con questa uscita, ed in generale con le uscite più recenti del genere, un movimento intero già molto discusso e contestato perde ulteriormente vigore.
Non resta che constatare che Winter Kills è senza dubbio una delusione, e sperare che sia la prima e l’ultima per questo colosso del metallo non troppo innovativo ma da sempre sugli scudi per devozione e coerenza con sé stesso e con la propria opera di distruzione sonora.
5.5