(Dark Essence Records, 2013)
1. Terres des Anonymes;
2. Szabadulj meg önmagadtól;
3. Ett liv utan mening;
4. Självdestruktivitetens emissarie;
5. Black Industrial Misery;
6. Through Corridors of Oppression
Cosa può essere così terribilmente puntuale e fastidioso come un aumento delle tasse o le mestruazioni (si spera)? Un nuovo disco degli Shining, ovviamente. Pensavate di esservi liberati di loro, di aver già assistito al peggio del peggio, al superamento della barriera del ridicolo sotto ogni aspetto? E invece no, non bastavano le morti di Little Tony e Giulio Andreotti a rendere questo 2013 devastante per il nostro assetto psichico che il mese di settembre decide di regalarci l’Epifania del buon gusto facendoci trovare questo 8 ½ – Feberdrömmar I Vaket Tillstånd nel calzetto sporco che stavamo per lanciare nell’immondizia.
Con ancora un paio di cacciaviti piantati nelle tempie e nei timpani da quel disastro di Redefining Darkness, ci accingiamo con paura e timore a premere play per queste ri-registrazioni spacciate come un nuovo album. Eh sì, perché se non vi fossero bastati i fantastici nuovi brani dello scorso anno, ora Niklas Kvarforth decide di andare a lavorare sulle originarie pre produzioni di canzoni storiche del gruppo, registrandone nuovamente le partiture di chitarra e basso oltre ad aggiungere parti di tastiera ad opera di Lars Fredrik Fröslie. Tutto qui? Ma certo che no: ogni restyling vede dietro al microfono un personaggio diverso (guarda caso nella maggior parte dei casi sparito dalla circolazione o malamente decaduto a caricatura di se stesso) preso fra alcuni nomi storici della scena black metal nordica. Da III – Angst – Självdestruktivitetens Emissarie ritroviamo quindi “Terres Des Anonymes”, “Självdestruktivitetens Emissarie”, “Black Industrial Misery” e “Szabadulj Meg Onmagatol” (“Fields Of Faceless”, “Självdestruktivitetens Emissarie”, “Svart Industriell Olycka” e “Mörda Dig Själv…” nella versione originale, ora cantate rispettivamente da Famine dei Peste Noire, dall’ex Gorgoroth Gaahl e dagli ex Mayhem Maniac e Attila Csihar) mentre il saccheggio a II – Livets Ändhallplats fortunatamente si limita alla sola “Ett Liv Utan Mening”, inizialmente “Att Liv Utan Mening”, interpretata da Pehr Larsson dei Vinterland. Cosa dire di tutto ciò? Ovviamente e oggettivamente i riff portanti sono clamorosi così come lo erano ai tempi della loro reale uscita, ma il contesto viene talmente snaturato da risultare difficilmente comprensibile. Il terrificante (l’inizio di “Ett Liv Utan Mening” è da brividi) uso della drum machine e delle vocals dei diversi guests, che più che altro cercano di scimmiottare il Kvarforth che fu, non fa altro che accentuare quella sensazione di fastidio provata nel capire che tipo di operazione fosse questo 8 ½ – Feberdrömmar I Vaket Tillstånd, sensazione che si acuisce ulteriormente nel constatare quanto siano scontati i tappetini di tastiera di Lars Fredrik Fröslie (forse giusto quelli nel finale di “Ett Liv Utan Mening” si salvano).
L’unica nota positiva è la presenza di “Through Corridors Of Oppression”, brano presente nel limitato split con i Dolorian fortunatamente presentata senza rimaneggiamenti, che da sempre considero uno dei punti più alti toccati dagli Shining. Come giudicare un’operazione del genere? A voi l’ardua sentenza. Non ci resta che sperare, come quando si era piccoli ed immancabilmente un parente per il compleanno o per Natale ci regalava qualcosa di obbrobrioso o per noi, ancora bambini, poco divertente, che l’anno prossimo gli Shining si dimentichino di noi.
s.v.