1. Hiber
2. Regen
3. NaCl
4. Pulse
5. Tacit 2
6. Tacit
7. Rec
8. M
9. Sub Ater
10. See
Il maestro è tornato. Puntuale come solo la morte potrebbe esserlo, ecco arrivare il quinto capitolo del racconto musicale di Ihsahn, mastermind degli Emperor e di altri progetti musicali ora confluiti nella propria produzione solista: prolifico, produttivo e perennemente ispirato, il musicista sembra aver veramente stretto un patto col demonio a vedere la quantità e la qualità dei propri dischi. Das Seelenbrechen esce ad un anno di distanza dal precedente Eremita, e ne è, in poche parole, la naturale prosecuzione.
Sempre accompagnato da una notevole sezione di fiati e da un imponente ensemble di synths, tastiere e pianoforte, Sverre Tveitan continua la propria opera progressive metal, dalle tinte decisamente scure, spingendosi ancor di più in termini avanguardistici. Fra free jazz, black metal, ambient, noise, grandeur romantica e progressioni di crimsoniana memoria, Ihsahn realizza un disco costituito da un unico flusso musicale che non intende cedere il passo ad alcuna soluzione scontata: indescrivibile é la raffinatezza di Das Seelenbrechen, che inesorabilmente si fa strada fra le macerie di quanto realizzato in tempi recenti da Steven Wilson e trova il proprio successo musicale laddove le ultime fatiche degli amici Opeth hanno decisamente fallito. L’ultima fatica solista del norvegese è forse quanto di più complesso egli abbia mai realizzato, enorme ma al contempo quasi “semplice” da ascoltare, tanto pregevoli sono le composizioni: questo è uno di quegli album semplicemente da interiorizzare e far propri per poter essere compresi appieno, a poco servono parole e paragoni con altri musicisti quando si ha a che fare con uno dei nomi più importanti di un genere musicale intero, un nome che non intende farsi “inscatolare” né etichettare in alcun modo, riuscendo come solo un vero e proprio maestro potrebbe fare.
Probabilmente Das Seelenbrechen necessiterà di più ascolti rispetto ai precedenti album, data la maggior componente noise/ambient/drone presente soprattutto verso il finale dell’opera, e di sicuro risulterà più ostico da affrontare, ma se siete amanti della musica d’avanguardia, o più semplicemente dell’artista stesso e di quanto da egli realizzato in vent’anni di musica estrema, non fatevi scappare l’ultima fatica di Ihsahn.
8.0