(Seasons Of Mist, 2014)
Drudkh:
1. …w krainie drzew (Hefeystos cover);
2. Ten, Ktery Se Vyhyba Svetlu (Unclean cover);
3. Recidivus (Sacrilegium cover);
Winterfylleth:
4. The Gates (Hate Forest cover)
Operazione di puro divertissment quella appena edita (e limitata a 666 copie rigorosamente in vinile) da Seasons Of Mist dove gli ucraini Drudkh e gli inglesi Winterfylleth omaggiano, riproponendone selezionati brani, alcuni dei gruppi che più li hanno influenzati stilisticamente a mo’ di tributo personale. I primi li abbiamo già incontrati in occasione del loro ultimo album Eternal Turn Of The Wheel evidenziandone la ritrovata vena creativa dopo due uscite (Microcosmos prima e Handful Of Stars poi) che definire deludenti sarebbe un eufemismo, mentre i secondi sono totalmente nuovi alle nostre pagine pur avendo ormai tre full length alle spalle.
I Drudkh contribuiscono quindi a questo split con tre brani (presenti anche nella raccolta Eastern Frontiers In Flames) cover di altrettante bands est europee: Hefeystos, Unclean e Sacrilegium. Non posso fare paragoni con i brani originali, se non forse coi Sacrilegium che conosco, ma chiaramente quello che traspare da questa operazione è sia la voglia di omaggiare gruppi ritenuti classici sia quella di voler riproporne una versione “aggiornata” tramite il tipico filtro di Saenko & Co.: in questo senso l’obiettivo è sicuramente centrato, con momenti che riportano alla mente gli episodi migliori di Blood In Our Wells e una “Recidivus” (originariamente partorita dai Sacrilegium) riproposta egregiamente senza perderne la vena emperoriana che la contraddistingueva. I Winterfylleth osano di più, molto di più, proponendo la cover di “The Gates” tratta da Purity degli Hate Forest, disco che – per inciso – considero come uno dei migliori album black metal degli ultimi quindici anni e forse il migliore mai partorito nell’est Europa. Tentando di superare i miei pregiudizi a riguardo devo dire che questa versione riesce a convincermi pur avendo perso tutta la violenza, la pesantezza e l’oppressione monolitica dell’originale, risaltandone gli aspetti più melodici e atmosferici con perizia e accuratezza (menzione d’onore per il lavoro dietro le pelli).
Che farsene però di uno split di sole cover? Questo è il quesito. Thousands Of Moons Ago / The Gates non è sicuramente un brutto ascolto, ma, sinceramente, chi fra qualche anno andrà ad ascoltarsi la cover dei Drudkh di un brano degli Unclean? Detto questo penso che questi quattro brani vadano appunto intesi come mero divertissment e che come tale vadano presi e giudicati.
s.v.