(Shove Records, 2013)
1. Hexis- Tenebris
2. Redwood Hill- Applewhite
Breve ma intensa è l’esperienza che regala questo sintetico e conciso dischetto realizzato da due realtà interessanti entrambe provenienti da Copenhagen, legate come vedremo in maniera diversa ad una certa vena esasperante ed un concetto ossessivo nella successione dei riff e delle composizioni, per un risultato certamente d’effetto.
Edito tra l’altro dalla nascente attività dell’italianissima Shove Records, questo 7’’ consta in realtà solamente di due tracce, una per ciascun gruppo, delineandosi quindi come semplice appendice per i recenti full-length che entrambe le band hanno realizzato, per una decina scarsa di minuti all’insegna di richiami moderni ed attenti agli sviluppi su più fronti delle nuove tendenze in campo metal, pur sempre con un livello qualitativo discreto, anche a livello compositivo. Gli Hexis rompono gli indugi con “Tenebris”, traccia breve e diretta che viene presentata anche sul debut album Alabam in uscita: per quanto si ricalchi da vicino l’operato di realtà molto seguite nel circuito come The Secret e Celeste, non manca quel continuo richiamo all’attenzione che caratterizza i gruppi migliori dalla pletora di band di dubbio livello particolarmente nutrita ultimamente nel settore. La scelta costante di tempi medi e pesanti dona una dinamica impattante alla canzone, sebbene sia difficile valutare su cosi poca distanza quanto la formula possa dimostrarsi vincente su tempistiche più dilatate. Convince anche la voce scartavetrata del cantante, così come l’impasto sonoro creato dagli Hexis: una traccia antipasto perfetta insomma, in attesa dell’imminente Alabam. I Redwood Hill invece completano il sette pollici con una traccia più lunga e ragionata, che ricorda da vicino alcune strutture care a gente come Fall Of Efrafa ed il doom più ipnotico ed ossessivo. Ad una parte iniziale tesa e belligerante, subentrano partiture più distese fino al bel coro centrale che catalizza con successo l’hype del pezzo fino alla ripresa vincente del riff iniziale. “Applewhite” rispecchia quindi necessariamente il songwriting di una band più matura ed esperta degli Hexis, nonostante la formazione dei due sia comunque recente, capace di aggiungere qualcosa in termini di profondità del suono, a scapito però di una bella dose di energia presente invece in “Tenebris”.
Si tratta in ogni caso di un prodotto interessante, specchio della fervida attività “sottobanco” di labels indipendenti che alimenta la diffusione di buone realtà presso una scena ed un pubblico crescenti. Complimenti alla Shove Records e a alle band coinvolte, in attesa di altre interessanti uscite dalla prima, e di più materiale da poter ascoltare da parte dei secondi.
7.0