(Indie Recordings, 2014)
1. Mylder
2. Kujon
3. Blod, Eder og Galle
4. Swarm Norvegicus
5. Fortapelse
6. De Dødes Fane
7. Svarte Sjelers Salme
8. Our Hounds, Our Legion
I norvegesi Kampfar, con la loro ventennale carriera alle spalle, non hanno certo bisogno di presentazioni: sono praticamente parte integrante della storia del black metal, dei veri e propri colossi, ma se ci fosse qualcuno che negli anni non si è mai avvicinato alla loro musica, se iniziasse proprio da Djevelmakt farebbe indubbiamente una scelta più che azzeccata, poiché è il migliore dei biglietti da visita.
Non appena le prime note di Djevelmakt si fanno strada la mascella dell’ascoltatore non può che aprirsi in segno di stupore: la produzione di questo lavoro è infatti quanto di più perfetto e curato si possa immaginare. Il primo aspetto che si nota è proprio il sound pieno, potente e assolutamente naturale, privo degli artifizi estremi che spesso caratterizzano le produzioni più moderne e pronto a tonare come i fulmini di un Dio nordico. Djevelmakt però non è solo questo, i Kampfar sono degli artisti, trasformano in oro quel che toccano e riescono e mettere in piedi otto brani dal carattere forte e deciso, pregni di personalità e dotati della giusta verve che consente loro di insinuarsi perfettamente nella mente. Ritmiche cadenzate e accattivanti si alternano ad un riffing più spedito, dal sapore quasi punk, per poi trasformarsi come per magia in partiture riflessive e ricche d’atmosfera; non manca proprio nulla. È anche vero che esiste qualche microscopico episodio leggermente sottotono, come ad esempio “De Dødes Fane”, ma in compenso sono presenti veri e propri brani-capolavoro come “Kujon” o la splendida “Mylder”, la quale presenta tra le altre cose anche delle strabilianti parti di flauto.
Una prova a dir poco ottima per il combo norvegese, che senza dubbio non deluderà i fan e che saprà essere anche un’ottima presentazione per chiunque volesse avvicinarsi a loro per la prima volta.
7.5