(ConSouling Sounds, 2014)
1. The Cold Valley;
2. A River That Never Ends;
3. A Black Breath Blows In The Sky;
4. Blows in the Sky – Live at Magasin4 (bonus)
Abbiamo già incontrato thisquietarmy e Syndrome in diverse occasioni negli ultimi tempi sia in ambito di split che di album solisti, questa volta però ConSouling Sounds ci propone questi due progetti nell’unione di The Lonely Moutain, un’uscita che può definirsi come una vera e propria collaborazione fra le creature di Eric Quach e Mathieu J. Vandekerckhove e che ne mette in risalto alcuni degli aspetti peculiari.
A “guadagnarci” di più è decisamente il progetto del chitarrista degli Amenra i cui dischi precedenti, Floating Veins e Now And Forever, sono tutt’altro che memorabili o imprescindibili e strappano più di qualche sbadiglio. A parte questo, The Lonely Mountain risulta essere praticamente un disco ambient in tutto e per tutto che sfrutta il lato più drone di thisquietarmy unendolo ai tentativi dark ambient di Syndrome: in questo senso è emblematica la prima traccia “The Cold Valley”, la più dark di tutto il lotto, dove il punto di riferimento è il Lustmord più oppressivo di [Other] e [The Dark Places of the Earth] per un risultato tanto inaspettato quanto riuscito. Un buon incipit che si vede scavalcato da soluzioni decisamente meno incisive in “A River That Never Ends” e “A Black Breath Blows In The Sky”, caratterizzate rispettivamente l’una da un approccio più kraut di stampo Popol Vuh (Nosferatu: Phantom der Nacht) e Barn Owl (Ancestral Star in questo caso), l’altra da una verve post rock e figlia dei compatrioti Nadja che presumo discendano direttamente dal canadese in questo caso.
Niente di che, insomma: The Lonely Mountain attirerà sicuramente i seguaci più accaniti dei due progetti e delle band in cui gli ideatori sono coinvolti, ma per tutti gli altri questa uscita è destinata a cadere nell’oblio più in fretta di quanto ci si potrebbe aspettare.
5.5