Formatisi nel 2007 in seguito all’abbandono dei Sybreed da parte del batterista Alex Anxionna, gli svizzeri Breach the Void sono, da un certo punto di vista, l’evoluzione naturale di quest’ultimi. A tre anni di distanza, dopo svariati cambi di formazione e una solida gavetta fatta di live di spalla a band del calibro di Fear Factory e Mnemic, si arriva così al debutto sull’italianissima Coroner Records, che dimostra così di voler affermarsi sempre più nel panorama delle indie labels europee.
Lo stile proposto, come detto, fa ovviamente riferimento al più recente industrial, a.k.a. modern metal delle band già citate. A queste influenze si aggiunge un forte piglio melodico che è certamente in grado di farsi distinguere, anche grazie al forte uso di effettistica presente lungo tutto l’album. Registrato presso i Taurus Studio di Ginevra, città natale della band, l’album viene poi consegnato nelle mani di un’autorità ormai affermata per il genere: Tue Madsen. Già collaboratore di The Haunted e Sick of it All, nonché dei nostrani Figure of Six, il master che ne risulta è certamente una bomba di suoni a metà fra l’elettronica e (melodic death) modern metal. Il primo singolo dell’album, “Propagate”, posto in apripista al disco e per il quale viene anche prodotto un video (ben girato e con un ottimo concept), dà bene l’idea di come la band sviluppi il proprio stile musicale lungo l’album.
Dieci tracce (o meglio, nove più un outro) che nel giro di quasi tre quarti d’ora ripassano ben bene i fondamenti teorici e pratici dell’esplosiva contaminazione che ha caratterizzato gran parte delle nuove band uscite negli ultimi cinque anni. E se il risultato è tutto sommato convincente, i pezzi presi singolarmente hanno quasi tutti una loro personalità. Per l’ascoltatore medio degli ultimi anni, che in questo ambiente ha conosciuto mano a mano nuove band simili fra loro ma non per questo meno talentuose, i Breach the Void potranno rappresentare l’ennesima conferma. Per tutti gli altri, invece, questo The Monochromatic Era potrebbe passare colpevolmente inosservato.
Voto: 7