(Twilight Vertrieb, 2011)
1. Eternal Devastation;
2. The Misanthropist;
3. Reverie;
4. Decisive Fault;
5. Suppression;
6. Darkened Soul;
7. Day By Day;
8. Escape;
9. Dismembered;
10. Soul Destiny;
11. Path Of Hope
Storia particolare quella dei tedeschi Finally Deceased: attivi fin dal 1991, periodo d’oro per il death metal, riescono a pubblicare solo un ep, un demo e a suonare al Wacken prima di sciogliersi nel 1997. A distanza di oltre dieci anni questi tre tedeschi decidono di riformarsi e di far uscire l’album originariamente composto nel 1995 e prodotto da Andy Classen, che fra i suoi lavori vede gruppi del calibro di Asphyx, Rotting Christ, Belphegor e altri.
Purtroppo, a quanto pare, i periodi di attività dei Finally Deceased non sembrano essergli troppo favorevoli: alla loro nascita era il suono di stampo svedese a dettare legge e i gruppi d’oltreoceano iniziavano a farsi strada su larga scala anche in Europa coi primi tour, si pensi a Morbid Angel o Obituary. Assieme a queste due nazioni “monopolizzatrici” bisogna aggiungere anche l’enorme valore della scena finlandese oltre alla pubblicazione del primo album degli Asphyx e l’esplosione della scena black metal. Decisamente tante (ottime) proposte, in cui probabilmente i Finally Deceased non sarebbero riusciti a spiccare, nonostante siano riusciti a partecipare ad un’edizione del Wacken dopo l’uscita del loro ep di debutto. Oggi le cose non sembrano molto cambiate, se non per il fatto che invece di un’uscita composta da quattro canzoni qui ne troviamo ben undici. Fedeli alle proprie origini, i nostri ci propongono un death metal prettamente vecchio stampo, con alcuni accenni melodici più o meno riusciti (“Decisive Fault”, ad esempio) ed un uso smodato di mid-tempos; dopo un ascolto generale si è quasi convinti della bontà della loro proposta, ma andando più a fondo qualche difetto lo si scopre senza molte difficoltà purtroppo. Le canzoni si susseguono senza scossoni, alcuni brani risultano veramente molto simili (l’apertura di “Eternal Devastation” e alcuni passaggi di “Suppression” ne sono un esempio) e il disco non trasmette quel senso di violenza, cattiveria e brutalità che un disco death dovrebbe trasmettere, anzi. Di positivo vi è sicuramente l’uso e il suono del basso, che in più occasioni fa capolino e rende il tutto un po’ più accattivante, ma oltre a questo effettivamente c’è ben poco da salvare. Le linee vocali sono monotone, quasi inespressive; l’unico picco si ha in “Dismembered”, dove però l’uso dello scream va a coprire quel poco di buono che è presente, e questo è un difetto di moltissimi gruppi che suonano (o pensano di suonare) metal estremo: quel tipo di cantato è solo per pochi cantanti e non adatto a tutti i generi, non tutti sanno calibrarlo a dovere o scrivere brani comunque pesanti usandolo (Pete Helmkamp dovrebbe tenere un corso all’università in merito). Ritornando al resto della musica si può dire che i Finally Deceased hanno tentato di coniugare un po’ tutte gli elementi principali delle “scene” elencate prima, si va da passaggi melodici tipicamente di estrazione svedese, a qualche accelerazione o riff più affine alla vicina Finlandia, per poi lanciarsi in qualche rallentamento in stile Asphyx, per arrivare ad un ibrido in cui tutte le influenze vengono appiattite dalla mediocrità e banalità del songwriting. E, per finire il discorso iniziato qualche riga più su, nuovamente questo non era il periodo giusto per un’uscita di questo tipo: in un annata dominata dal ritorno in grande stile degli Autopsy, dal nuovo album dei Necros Christos, oltre a Disma, Miasmal e Corpsessed, i Finally Deceased passano inevitabilmente, e giustamente, in secondo piano.
Voto: 5.