(Debemur Morti Productions, 2014)
1. Hosanna
2. The Only Grave
3. Præternigma
4. Disquiet
5. Ælixir
6. Harken To The Flesh
7. Halo Of Lamented Glory
8. Writhes In The Murk
Giungono alla terza prova in studio anche gli Ævangelist, duo di cui si son già tessute le lodi su questa stessa webzine, appartenente a quella corrente musicale che associa bands come Mitochondrion e Portal tra i nomi più famosi. Per chi non li conoscesse (lacuna che vi si consiglia di colmare il più presto possibilie) questi due ragazzi americani sono artefici di un modo tutto loro d’intendere il black metal, sempre a cavallo tra una commistione dello stesso col death metal e con i risvolti più oscuri dell’ambient e dell’industrial, mix ben consolidato e capace di renderli riconoscibili già dai primi minuti d’ascolto di un qualsivoglia loro lavoro (provare per credere), senza dimenticare le loro peculiari performance dal vivo, veri e propri rituali a cavallo tra pazzia e triturazioni sonore.
Analizzando la loro nuova fatica salta subito all’occhio la copertina, stavolta così stranamente sobria se confrontata con quelle dei loro due precedenti lavori (guardatevi la splendida copertina di De Masticatione Mortuorum In Tumulis), in bianco e nero e con due figure abbracciate nel mezzo di un’impenetrabile oscurità. Il titolo stesso dell’opera non può che procurare un inquietudine tutta particolare, specialmente se rapportata alla copertina dal significato a noi celato. Ma accingendosi ad affrontare il disco del duo statunitense si capisce allora che il diktat di colui che si contorce nell’oscurità (traduzione letterale di Writhes In The Murk, primo titolo oltretutto in inglese e non in latino) è ben più di una linea guida che permea il lavoro nella sua totalità, un modus operandi che caratterizza in pieno ciò in cui il microcosmo degli Ævangelist si sta evolvendo nel tempo, una soluzione sempre più ostica all’ascolto e sempre più sepolcrale, soffocante ed oscura.
Il distacco dal lavoro precedente, tale Omen Ex Simulacra, appare subito fin dalla prima “Hosanna”, caso isolato all’interno della discografia dei nostri, che procede senza un effettivo filo logico e cambi ritmici slegati tra di essi degni del più pazzo (o incapace) tra i musicisti. È follia pura quella cui i nostri ci invitano ad essere testimoni, ma l’unico effetto riscontrabile da questa così atipica traccia (per quanto si possa parlare comunque di atipico nel loro caso) è innescare il dubbio se continuare nell’ascolto o terminare prima che l’intero platter si riveli un fallimento sui generis. Fortunatamente continuare l’ascolto vuol dire confermare l’eccentricità della prima traccia e nulla di più, infatti procedendo si noterà come i brani diventino tutti estremamente omogenei e coesi l’uno all’altro, tanto da apparire come un unico miasma sulfureo che danza controluce a ritmi infernali.
Writhes In The Murk è a tutti gli effetti un disco degli Ævangelist, ma i nuovi elementi presenti, aggiunti o sostitutivi di altri precedentemente utilizzati negli altri lavori, tra cui anche la già citata sepolcrale atmosfera nonché il sax e il violoncello (suonati dallo stesso Ascaris), non possono altro se non far spiccare il disco come diverso e peculiare. Ovviamente non si parla di stravolgimenti estremi nell’egemonia del sound, ma di cambiamenti che anche se attesi lasciano un po’ stupefatti all’ascolto. Nonostante lo stupore però, guardando indietro e facendo attenzione all’evoluzione di questo ensemble, tutto sommato questo ulteriore tassello della carriera degli americani appare come una naturale evoluzione, tanto da sembrare addirittura logico, nonostante questo aggettivo si scontri pesantemente con la musica proposta.
Writhes In The Murk non risulta certo essere un lavoro facile, e dedicargli seriamente tutta l’attenzione di cui si è capaci può risultare persino snervante, ma oltre alle intenzioni c’è un indiscutibile voglia di evolvere il proprio sound e di mettersi in gioco come musicisti, anche se ciò può presentare più di un rischio. Se avete apprezzato i loro precedenti lavori allora spegnete le luci ed immergetevi senza paura nel buio di cui gli Ævangelist si fanno portavoce.
7.5