(Southern Brigade Records, 2014)
1. Whoreship Statute
2. Two-Sided Dagger
3. The Blessing
4. Black Youth feat. Nicola Bavaro (Cruentus / Natron)
5. The Day I Died
6. Wolves at My Door
7. When Breathing Doesn’t Mean Living feat. Klot (No Leaf Moving)
8. Lowlife
9. No Coming Back
Nuovo disco per i pugliesi Backjumper che, dopo due ottimi full length, con questo Haze sono giunti al terzo lavoro in una carriera ormai decennale. Il loro sound incorpora varie sonorità, dal nu netal all’hardcore melodico al southern rock, uno stile originale e collaudato reso fresco da una vivace vena ritmica che da sempre contraddistingue i Backjumper.
Il lavoro fatto dal chitarrista insieme alla sessione ritmica è ammirevole, il loro impegno congiunto ci regala stop and go mirabolanti e baleni scavezzacollo figli del miglior hardcore anni novanta, senza dimenticarsi di quei momenti generalmente meno quadrati che tanto piacciono in questi ultimi anni; la melodia comunque mantiene una parte fondamentale, insieme al groove adrenalinico che sembra il pane quotidiano di questa band. Davvero di pregio poi il lavoro sul cantato: Francesco Bellezza ci accompagna per tutto il disco, dimostrandosi eccezionale dal punto di vista sia delle ritmiche vocali sia delle melodie. Il cantato, vario com’è, rende ancora più godibile ogni canzone e completa ancora di più il quadro generale: per certi versi, tutto sembra guidato passo passo da ogni parola di cantato o dai vari cori che disseminano queste nove tracce altamente contaminate. Ritornelli accattivanti si susseguono a parti ben più dure, da occhio nero. La parte migliore di Haze arriva però quando la vena punk del gruppo prende il sopravvento e i ritmi divengono più serrati, pur mantenendo una certa attenzione alle melodie, in particolare da “The Day i Died”in poi, fino alle fine.
Il mix delle varie sonorità, complice un’ottima produzione, evidenzia sempre i punti di forza di questi quattro ragazzi, ormai ben consci delle loro abilità e capaci di fare sempre le mosse giuste per regalarci brani molto ben fatti e incredibilmente semplici, da godersi in cuffia o con lo stereo che spara verso il mondo, oppure, ancor meglio, in sede live. Haze è una bella ventata di freschezza in un panorama musicale che purtroppo fa troppo suo il grigiore di questi tempi, un disco divertente come da un po’ non se ne sentivano, fatto di rabbia ma anche di voglia di divertirsi, guidato da uno spirito che ormai sembra perduto, evidentemente non per i Backjumper.
7.5