Gli Hope for the Dying sono un gruppo dedito alla rivisitazione in chiave moderna di quel fenomeno ottanti ano chiamato New Wave of British Heavy Metal o, se preferite, NWOBHM. Chiaramente ispirati da gruppi quali All That Remains, che hanno reso celebre quel genere fino ad allora abbastanza di nicchia, questo album di debutto giunge su Strike First Records a distanza di circa due anni dalla formazione stessa della band.
La capacità tecnica e compositiva viene dimostrata già a partire dal primo pezzo, “City of Corpses”, in grado di integrare lunghi e complessi assoli ed ottimi riff in una struttura abbastanza veloce e mai ripetitiva. Tuttavia, i limiti di questo disco cominciano ad intuirsi già a partire dalla seguente “A Beautiful Day for Vengance”: la produzione non è il massimo, e nei momenti in cui il growling del cantante Josh Ditto si incrociano con le chitarre più distorte la situazione si fa confusa. I due brani seguenti, “Into Darkness we Ride” e “Our Fallen Comrades”, sono quelli che, nonostante il mixaggio, valgono l’ascolto del disco: difficilmente, con così poca esperienza in fatto di album in studio, potrete trovare una dose di tecnica così armoniosamente arrangiata ed agganciata a cori melodici e, allo stesso tempo, alla velocità tipica del genere. L’incrocio iniziale di tastiere in stile trance con il growling e gli stoppati pesantemente distorti delle chitarre fanno del pezzo una decisa anomalia rispetto alla media. Tanto più se, nell’iniziale momento di spaesamento, si inserisce una chitarra non distorta e che rende omaggio, tributo e riconoscimento all’heavy metal di stampo Maideniano.
Fra alti (“Where We Are Going, We Don’t Need Roads”) e bassi (“In Loving Memory” non è esattamente il massimo dell’orginalità) si giunge ben presto al termine del disco, che consta di sette brani per una durata totale di poco meno di quaranta minuti. Che dire quindi? Ci si augura che la band possa migliorare giorno dopo giorno, facendo esperienza tanto con i seminali live, quanto in studio. I collegamenti e le ispirazioni verso altre band che hanno fatto di questo stile un grande successo (ad esempio, per certi versi, gli Unearth) sicuramente non mancano.
Voto: 7