(Black Market Activities, 2011)
1. Expectations Exceed Reality
2. Death Curse
3. Pain Is A Warning
4. Wheelin’
5. The Devil’s Blood
6. Remember To Forget
7. Slave To Serenity
8. This Is You
9. Samurai
Tornano, dopo un’attesa di quattro anni dal precedente lavoro Axis of Eden, i Today is the Day, capitanati dall’inossidabile Steve Austin, con un nuovo album intitolato Pain is a Warning. A licenziare il prodotto ci pensa la Black Market Activities, etichetta fondata dal vocalist della band The Red Chord Guy Kozowyk.
Molte sono le novità presentate con la nuova fatica in studio del combo statunitense, a partire dal comparto sonoro, che vede la produzione a cura di Kurt Ballou chitarrista dei Converge e noto produttore già all’opera con diverse band tra cui i suoi stessi Converge, Trap Them, Disfear, Kvelertak, Misery Index ed i nostrani The Secret. Per la prima volta, in due decenni di attività della band, Austin lascia ad un’altra persona il lavoro in cabina di registrazione, e dobbiamo ammettere che ciò ha donato nuova linfa vitale al nuovo lavoro rispetto alle precedenti produzioni, ormai zavorrate da un sound ovattato e colmo di polvere. Pain is a Warning mette in mostra i Today is the Day come non li avevamo mai visti prima d’ora, rinnovati dalle radici e liberati dal grasso in eccesso che ha reso ripetitive e vacillanti gli ultimi dischi partoriti dalla cacofonica macchina pilotata da Austin. Tante sono le influenze che, anche grazie al sound rinnovato, possiamo scorgere in questo album: si va dall’hard rock a là AC/DC e Lynyrd Skynyrd, completamente avvelenato ed estremizzato dal folle genio del frontman della band, badilate hardcore tipiche dei TITD, le sciabolate sludge di “The Devil’s Blood” ed il sapore black di “Death Curse”. Novità assolute le due ballad “Remeber to Forget” e “This is You” intervallate dall’inquietante “Slave to Serenity”: mentre la prima è una sorta di punto d’incontro tra Sonic Youth e Neurosis, la seconda è pregna di tinte sudiste e ricorda, col suo mood oscuro, la collaborazione tra Nick Cave ed i Current 93.
Sicuramente questo Pain is a Warning è il miglior episodio nella discografia della band dopo Sadness Will Prevail. Azzardare un tale cambiamento sonoro è stata una grossa scommessa, ma si è dimostrata una scelta vincente, riportando in auge una band leggendaria che rischiava di somigliare ad uno dei tanti cloni di sé stessa. Welcome back signor Austin!
Voto: 7