La prima cosa che si nota nell’ascoltare i Logical Terror è quanto somiglino ad un altro gruppo del metal underground italiano piuttosto in voga fino a qualche anno fa, chiamato Marplots. La seconda cosa della quale mi rendo conto è che i Logical Terror altri non sono che i Marplots stessi, passati attraverso un processo fatto di cambi di formazione. Il sestetto modenese dà quindi vita ad un album che, come i precedenti, è un misto di elettronica e metal, tipico di gruppi quali Spineshank, Mnemic e, soprattutto, Fear Factory. E lo fa nel migliore dei modi.
L’album dei Logical Terror risulta fresco e molto ben strutturato, anche grazie alla preziosa collaborazione di dysFUNCTION Production, team di produttori emiliani, co-autore di diverse collaborazioni con realtà crescenti dell’underground italiano (Figure of Six, Desire Before Death) e non. Se il tocco dello studio di produzione si sente, è anche vero che a contare è sicuramente l’esperienza dei musicisti coinvolti nel progetto Logical Terror, che si dimostra sempre all’altezza delle aspettative. Almost Human, questo il nome dell’album, passa in rassegna tutti i cliché del genere, senza per questo ricadere necessariamente nel già sentito. Il cantato è ben alternato fra un potente ed acido screaming, e sezioni melodiche che vanno a costituire per la maggior parte dei casi i ritornelli dei vari brani. La sezione ritmica, come c’era da aspettarsi, è sempre ai massimi livelli, facendo forte affidamento sulla coppia basso-batteria ed essendo arricchita in maniera decisiva dalle parti elettroniche. Dalla descrizione che la band dà di se stessa sul web tuttavia, non risultano componenti addetti a tastiere o sintetizzatori. Rimane quindi il dubbio su chi sia il reale fautore di queste parti elettroniche e, soprattutto, su come possano venire riproposte dal vivo.
I testi dei vari brani sono certamente un altro punto di forza del disco, che si rivela essere nient’altro che un concept album basato sull’ambiguo rapporto fra uomo e tecnologia. Seguendo le riflessioni della band si capisce come la loro visione sia quella di un uomo che ha necessariamente bisogno dell’apporto tecnologico per poter funzionare al meglio epperò, allo stesso tempo, si renda conto di come proprio questo condizionamento lo renda spesso meno umano di quanto non sia. Una serie di tematiche che non solo si collegano sapientemente al movimento cyberpunk tanto in voga fino a qualche anno fa, ma che sposano perfettamente gli argomenti trattati in versione musicale dai predecessori dei Logical Terror come, appunto, i Fear Factory.
In definitiva, l’album è un concentrato decisamente ben riuscito di melodia, tecnica e brani sopra la media e di grande qualità. Consigliato e messo in lista come uno dei migliori album di quest’anno.
Voto: 8