(Totem Cat Records, 2015)
1. Sludgekicker
2. Chameleon Witch
3. Vagabong
4. Scum Fuck Blues
5. Dry Hitter
6. Bullets
7. Riff Dealer
“Hochelaga”, oltre ad essere il titolo del nuovo album dei Dopethrone è una località nel Quebec, dove il trio canadese si è formato nel 2008. Dopo l’ascolto di questo ultimo lavoro è facile immaginarselo come un luogo rurale, tetro, la location perfetta per uno slasher movie anni 70. Insomma, Hochalaga sta a Crystal Lake come i Dopethrone stanno a Jason Voorhrees: sono un’entità inarrestabile, che cammina lenta ma alla fine colpisce in modo mortale ed inesorabile.
I Dopethrone si ispirano allo stoner/doom degli Electric Wizard fin dal loro nome, che viene proprio dall’album che i maestri britannici fecero uscire nel 2000; il loro suono è però più esasperato e vira verso un sludge marcio fatto di riff lenti, con varianti e assoli di matrice stoner. La batteria di Big Borman lavora come un batticarne in macelleria, il basso distorto di Vyk lo aiuta a tenere il tempo e tutto viene narrato dalla voce demoniaca di Vincente Houde. Questa è la ricetta delle sette tracce che compongono questo full-length, sette coltellate decise e violente che colpisco chiunque si addentri in questo sinistro paesaggio.
Pur non regalando nulla di nuovo alla scena, e rischiando pure a tratti di diventare ridondanti, queste sette lacerazioni sono eseguite con gusto e convinzione e rendono l’ascolto di Hochelaga consigliabile agli amanti del genere ed a chi vuol passare quaranta minuti di paura. Tra i pezzi degni di nota segnaliamo “Scum Fuck Blues”, che con la sua sfrontatezza rappresenta al meglio il suono violento del trio canadese; imperdibile anche il video ufficiale tutto sangue e frattaglie, il biglietto da visita perfetto per questa ultima fatica dei Dopethrone.
Benvenuti a Hochalaga. Ascoltate con prudenza.
7.0
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