Ora, se c’è una cosa sulla quale l’ascoltatore di hardcore può sempre confidare è che I Raised Fist posseggono una capacità di varianza in fatto di musica che rasenta lo zero. Poco male, tuttavia, perché anche se i loro brani si sono sempre assomigliati molto fra loro, il fatto che mantenessero uno standard produttivo molto alto li ha quasi sempre salvati dal ricadere nella noia data proprio dalla ripetitività. Al quinto album, nessuno si sarebbe mai aspettato una qualche inversione di tendenza, né tantomeno una rivoluzione di genere. E, infatti, così non è stato. In parte.
Che cosa significa? Significa che, affiancate alle potenti, velocissime e generalmente sbraitanti tracce, caratteristiche dello stile solito dei nostri (come, ad esempio, “They Can’t Keep Us Down” o il singolo apripista “Friends and Traitors”), si affiancano di tanto in tanto brani più lenti, e che smorzano i toni su cui era partito il disco. Questa soluzione, voluta dal gruppo forse per non appiattire ulteriormente il proprio suono, era già stata provata altre volte (anche se poche) nel corso della loro carriera, ma riuscendo comunque a sfornare macigni sonori cadenzati e ben congeniati. Le composizioni di questo “Veil of Ignorance” (per la precisione, ancora una volta su Burning Heart Records), invece, talvolta si perdono per strada, diventando poco più che brani riempitivi, e che quindi non solo non compiono la missione di alleggerimento per i quali erano prefissati, ma fanno spesso emergere la voglia di premere il tasto “skip” sul proprio lettore. Non che l’album sia confusionario e/o risulti difficile da interpretare. Anzi, come da tradizione i Raised Fist mantengono lo stile in your face che li ha portati al successo mondiale. E, tuttavia, fatta esclusione per una manciata di brani che riescono ad emergere ed a farsi notare, gli intermezzi finiscono con il rovinare non poco l’atmosfera.
Ora, c’è chi può pensare che la forza di un gruppo stia sempre, irrimediabilmente e in ogni caso nella capacità di rinnovarsi, di cambiare volto e reinventarsi. Può essere, ma siamo proprio sicuri che questo fosse ciò che ci stavamo aspettando da parte dei Raised Fist? Di fronte a ciò, un titolo come “Never Negotiate”, ahimè, suona tristemente ironico.
Voto: 5