(Satanarsa Records 2015)
1. And Night Devours Me
2. The Harvest
3. Sea of Emptiness
4. And Night Took Her
5. Through Mirrors I Saw The Ghost of Me
6. I, Essence of Nothingness
7. Closure XXVII
Si aprono gli stati comatosi di questo debutto con “And Night Devours Me”, brano che emana una tristezza davvero toccante dettata da chitarra e pianoforte, che piangono e si lamentano facendoci sprofondare in un clima solenne ma allo stesso tempo drammatico. Weakness, con i suoi riff grossi e pesanti, si muove proprio su queste coordinate e suona come un ipotetico viaggio dentro ai locali più bui e paranoici della nostra mente. La marcia mostruosa e strisciante di “The Harvest” è davvero maniacale, mentre l’avvilente disperazione espressa in “Sea Of Eptiness” è penetrante e, con il suo incedere minimale ed ossessivo, riapre le ferite della nostra anima in maniera lenta e dolorosa (inutili i tentativi di portare luce con scale pseudo blues). Si passa a “And Night Took Her”, grazie alla quale possiamo cadere dentro alla malinconia dettata dai dialoghi del pianoforte con il violino che danzano e si sfogano insieme. “Throught Mirrors I Saw The Ghost Of Me”, con le sue atmosfere drone/noise, ci trasporta in una dimensione quasi astrale, fatta di voci provenienti dal nulla che potremmo definire voci della nostra coscienza. Ma è proprio in “I Essence Of Nothingness” che Il Vuoto si esprime al meglio e ci mette in ginocchio, con giri lenti, logorroici e funerei, che ci abbattono moralmente. L’album si chiude con “Closure XXVII”, che rappresenta la perfetta colonna sonora per accompagnare qualcuno a miglior vita.
Le sonorità dei Il Vuoto, accompagnate dal pauroso growl affidato a Jurre Timmer degli Algos, rappresentano la vita in maniera nera e priva di felicità e fanno in modo che il male di esistere e la solitudine siano davvero toccanti e palpabili. Sentire in Italia qualcuno debutta in questo modo in un genere tanto di nicchia, seguendo le scie dei Nortt e intravedendo le ombre dei Mournful Congregation, è davvero bello. Il Vuoto, one man band di Matteo Gruppi, ha rilasciato come biglietto da visita un ottimo lavoro, di quelli che fanno calare un bel sipario sopra a questa sofferente e stancante vita.
Se anche voi fate parte di quelle persone che non dormono alla notte e non sanno mai cosa vuol dire sorridere, allora mettetevi in cuffia questo lavoro; sicuramente vi farà da perfetta colonna sonora e da surreale accompagnamento ai vostri mali di vivere.
8.0