(Autoprodotto, 2011)
1. Oblio
2. Spiral
3. Taedium
4. Rain on The Sun
Arpeggi sinistri, atmosfera funerea del grigio più scuro; un istante e il cupo paesaggio dipinto con semplicità ed efficacia viene distrutto da una raffica di blast beats, sopra i quali si stagliano urla abissali e mura di annichilente distorsione; il tutto svanisce in un attimo, giusto il tempo di esserne travolti.Così si apre O, primo demo autoprodotto dei Sedna, giovane band romagnola attiva nel campo della musica più nera che mente umana possa concepire al giorno d‘oggi: un sound in bilico tra sludge, atmosfere doom semplificate e disturbanti derive black metal.
Prima di passare all’analisi dei tre brani (il primo, come si poteva intuire, è un’introduzione) vorrei segnalare i punti forti di questo lavoro: in primo luogo la qualità di registrazione, decisamente competitiva trattandosi di un prodotto home made, mai caotica o confusa, ma conservante quel feeling grezzo che la musica estrema non dovrebbe mai perdere (tendenza che, ahimè, si sta decisamente invertendo); in secondo luogo la qualità dei brani, ben sopra la media di lavori affini; infine l’arrangiamento e le struttura di questi ultimi, variabili ma trattate con grande sicurezza.
“Spiral” è un coacervo di sentimenti abissali, dove magistrali urla disumane vengono brevemente interrotte da un growl tutt’altro che fuori luogo; ottima la costruzione dei riff, tra semplice dissonanza sludge ed evocativo gusto melodico black metal.
Molto buono il sostegno della sezione ritmica, abile a passare da tempi decisamente tirati a rallentamenti che necessitano di precisione e sicurezza.
“Taedium” gioca in misura maggiore con le atmosfere, dal grigio dei semplici arpeggi di chitarra pulita al nero degli assalti intermedi; gli interventi della voce pulita, purtroppo, non sono all’altezza dello scream principale, peccando lievemente di precisione e intonazione.
Chiude “Rain on The Sun”, il brano di maggior impatto e spessore: apertura immediata dal feeling molto moderno, tra growl e ritmica quasi post hardcore; ma non tarda a tornare il caustico scream, circondato da un labirinto di riff e melodie di grandissimo impatto, perfettamente in equilibrio tra malinconia quasi swedish e brutale semplicità.
Non mancano naturalmente le tregue, tra chitarre pulite e clean vocals, questa volta maggiormente curate; il tutto svanisce nell’esplosione finale, a sua volta inghiottita da un outro funereo, che ci riporta inesorabile al punto di partenza.
Il demo dei Sedna è esattamente quello che ogni fan della musica estrema si merita oggi, in un periodo di sperimentazione (elettronica e non) a tutti i costi e di super-produzioni piatte e sterili: un semplice, sinistro, profondo affresco di disperazione.
8.0