(Unique Leader, 2011)
1. Eirgmos Aidios
2. Ere The Dark Sovereign
3. Baptismal Incineration Upon Simonists
4. Catharsis of Human Impurity
5. Embodied in Elms of Eternal Misery
6. Realms of the Ungodly
7. Forged Within Lecherous Offerings
8. The Divine Order of Babylon
9. Manipulated for Servitude
10. Submerged unto Phlegethon
Disgorge meets Immolation. Se quest’accoppiamento, per molti puristi del death metal, potrebbe suonare blasfemo, in verità è questa la formula vincente del secondo album dei californiani Condemned.
Lasciato alle spalle il dignitoso, ma di certo non eccezionale, album d’esordio Desecrate The Vile (2007), aggiunto un nuovo chitarrista alla line up (il talentuoso Paul Avila, ex-membro dei grandi quanto sottovalutati Parasitic), il quintetto di San Diego si ripresenta, a distanza di quattro anni, con uno dei dischi più attesi dalla comunità brutal death metal mondiale: grazie a live shows veramente convincenti (fra questi, una data italiana, a Torino, nel “lontano” giugno 2008), un cambio di formazione che non ha potuto che giovare alla band ed ad alcune nuove canzoni diffuse a scopo promozionale fra YouTube e MySpace, i nostri avevano dimostrato d’essere una giovane formazione con immensi margini di miglioramento e, senza dubbio, il nuovo Realms of the Ungodly non tradisce le attese.
Il disco, pronto da almeno un anno e mezzo, esce sotto l’etichetta americana culto Unique Leader – label in grado di lanciare alcune fra le band più influenti del genere dell’ultimo decennio: Deeds Of Flesh, Disgorge, Severed Savior su tutte – in seguito a lunghi ritardi, ufficialmente ingiustificati, i quali, tutto sommato, hanno giovato al gruppo, alimentando l’attesa dei fan più accaniti: l’album in questione è davvero buono e, benché sia facilmente inseribile in quel filone di vecchio technical brutal death metal made in California, porta una discreta ventata di novità e, soprattutto, una nuova sensibilità nel concepimento delle canzoni e nel songwriting.
Infatti, in un momento in cui tutto ciò che è etichettato come brutal death metal è o ultra-fast, o con gravity blasts accoppiati a tappin’ chitarristico, o “modaiolamente” slam, i Condemned osano distruggere le regole del trend, appioppando dieci colpi vincenti, tanti quanti sono i pezzi presenti su Realms of the Ungodly: anziché spingere sempre e comunque sull’acceleratore, i cinque californiani, pur mantenendo il loro ormai classico imprinting mutuato dai Disgorge, sanno amalgamare il tutto con rallentamenti ora pachidermici ma mai “tamarri” di scuola Suffocation, ma anche – e soprattutto – con parti dilatate, oscure ed evocative che paiono prese pari pari dalla grande scuola d’un’altra grande band di New York, gli Immolation.
Riff tecnici fra Disgorge, primi Severed Savior e Suffocation, s’alternano con intelligenza a momenti di pachidermica pesantezza e di soffocante oscurità, fra arpeggi, lunghe parti lente ma mai prolisse, ben congegnate e ben accoppiate con la base true brutal death del disco, restituendo una personalità ben definita al combo californiano: canzoni come “Baptismal Incineration Upon Simonists” o “Submerged unto Phlegethon” ne sono la più lampante testimonianza; il tutto è sorretto da suoni caldi e vivi che, paradossalmente, rendono più atmosferici, bui e spietati i pezzi, nonché da un drumming molto buono (il batterista Forrest è decisamente migliorato dai tempi del primo album), nonché dall’incredibile voce del frontman Angel, senza ombra di dubbio uno dei growlers più sick al mondo (ascoltare per credere!).
Non mancano, comunque, i pezzi più sparati e violenti in piena tradizione Disgorge (“Manipulated for Servitude”) o rievocanti le immagini sonore dei Decrepit Birth dei bei tempi andati (“Forged Within Lecherous Offerings”), ma, nel complesso, Realms of the Ungodly è un disco da apprezzare tutto, da cima a fondo, soprattutto se Defeated Sanity, i Suffocation dei 90s, Disgorge e Septycal Gorge sono fra il vostro pane quotidiano. Grandiosi!
8