(Shaytan Productions, 2012)
1. Mirath Al Shar
2. Min Trab Al Jahel
3. Hayat Al Khlood
4. Ashab Al Aika
5. Al Quam, Hakem Al Huroob
6. Kiram Al Mataia
7. Ez Al Mulook
8. Bani La’em
9. Wa Ma Kan Lil Sufha Entisar
Parlare di influenze folkloristiche nel metal, soprattutto in quello estremo, può portare a diversi fraintendimenti: dai gruppi viking dei primi anni novanta al folk metal dell’ultimo decennio, dai gruppi black o pagan dell’est/centro Europa alle incursioni in territori “antichi” o “popolari” di un certo metal legato ancora alle origini, quando l’epic sottintendeva tutto un altro significato, ci si ritrova sempre di fronte a qualcosa di profondamente ambiguo.
Dagli Einherjer ai Turisas, tutte le band che professano influenze di qualsivoglia natura folk, presentano all’ascolto quello che in realtà è la nostra idea della particolare branca della musica popolare o tradizionale alla quale si dichiarano legati: senza nulla togliere a queste band, e ad altre ugualmente rispettabili (e fondamentali), si rischia in questo modo di cadere nella superficialità.
Penso che sia superfluo precisare che gli inserti popolareggianti nella musica dei Nile non abbiano niente a che fare con quella dell’Antico Egitto, così come i gruppi dediti ad un celtic metal talvolta di pessimo gusto non presentino nulla di “celtico” (di entrambe le civiltà, infatti, non abbiamo testimonianza effettiva della musica suonata).
Gli Al-Namrood sembrano aver imboccato questa strada nel peggiore dei modi, senza ritorno.
Un black metal elementare, spesso noioso, caratterizzato da una mediocre piattezza sonora, si fonde con quelli che vogliono essere elementi della tradizione musicale araba: niente di più pretenzioso.
Tutti gli strumenti popolari, che nel migliore dei casi andrebbero ad arricchire timbricamente una proposta scarseggiante da questo lato, sono riprodotti con synth ed elettronica varia: la resa sonora è di qualità medio-bassa, risultando talvolta di un’artificialità disarmante.
Non aiuta la presenza di una batteria altrettanto irreale, caratterizzata da una scelta di suoni che vorrebbero imitare da una parte le percussioni tradizionali, dall’altra la ferocia dell’ordinario drumming black metal, con il risultato di rimanere sospesa in un limbo di indeterminatezza profonda.
I riff di chitarra sono sostanzialmente buoni, costruiti soprattutto su scale minori armoniche, ben articolati e dal suono accettabile: ciò non basta per rivalutare l’insieme, che si trasforma in un calderone dal quale è difficile scindere il buono dal meno buono.
Veniamo agli inserti di musica tradizionale araba e mediorientale: come abbiamo già visto nessuno strumento è reale; ma ciò non spiega per quale motivo non ci sia stata una ricerca timbrica credibile: le melodie popolareggianti sono suonate con riproduzioni di strumenti indefiniti, tra orchestrazioni evidentemente fuori luogo e sonorità da cartone animato di mediocre qualità (le orchestrazioni dell’album di culto De Expugnatione Elfmuth dei Nazgul sono da colonna sonora in confronto); non vi è l’ovvia riproduzione di un oud, di un bouzouki o di un ney, strumenti tra i più popolari e facilmente reperibili (gli Ade, gruppo death metal romano, presenta alcuni di questo strumenti nella propria line up, arricchendo un sound già di per se interessante).
Melodicamente siamo al minimo sindacale, alle sonorità appena appena “arabeggianti”, giusto per far percepire quella sensazione di esotico che talvolta fa gridare al genio.
Al di sopra di tutto questo si pone la voce, ben impostata e interessante, lontana dai canoni del genere: insieme alla chitarra salva l’album da una bocciatura senza pentimenti.
Conclusione: se dalle mie parole può sembrare paradossale, non sarebbe strano se l’album vi piacesse; il livello di un lavoro senza pretese può essere raggiunto in vari modi, ma non ritengo giusto presentare musica non appartenente ai canoni del genere che si suona con una tale superficialità e pochezza, per non dire faciloneria.
Nel caso siate del mio parere buttatevi su un disco dei Nile, o qualcosa dei grandiosi Melechesh: non date fiducia a chi propina musica fuori dalla propria competenza.
5.0