(Subordinate Records, 2012)
1. Antigama – Missing The Past
2. Antigama – Paranoia Prima
3. Antigama – For Just One Breath
4. Antigama – Finito
5. Psychofagist – Apophtegma Nonsense
6. Psychofagist – Carne Tremula Marcia
7. Psychofagist – Initiation
8. Psychofagist – Aritmia
9. Psychofagist – Misery Is The River Of The World (Tom Waits Cover)
Compito difficilissimo per gli Antigama aprire lo split che vede i nostrani schizofrenici Psychofagist protagonisti assoluti di questo album. Cominciamo subito col dire che effettivamente i polacchi poco c’entrano in uno split di questa specie, ma nonostante tutto la band offre una prova tutt’altro che deludente regalando ai propri fan, oltre a due pezzi nel loro tipico stile death grind con l’immancabile pizzico di black metal, un piccola chicca intitolata “For Just One Breathe”, brano che, nonostante presenti ogni singolo stereotipo del genere sopracitato, sa al tempo stesso offrire sonorità atipiche all’ascoltatore.
L’outro totalmente ambient “Finito”, che a momenti ricorda quasi i Sigur Ros dell’album Takk… , fa da premessa all’inizio del massacro, ossia i cinque brani dei piemontesi, i quali dimostrano per l’ennesima volta di possedere competenze tecniche seconde a nessuno, grande capacità nel mescolare tanti (forse troppi) generi nell’arco anche di pochissimi secondi e la loro innata dose di follia omicida sfogata nei rispettivi strumenti e nelle loro strutturazioni disturbate che, per quanto stupiscano ogni volta, stanno diventando un piacevole marchio di fabbrica.
Accordature basse, sfuriate grindcore intelaiate da una sessione ritmica veramente impressionante (e su tutti un elogio particolare va al gigantesco Federico De Bernardi Di Valserra), voci straziate, cori malatissimi (come nella stupenda “Carne Tremula Marcia”), ed il loro approccio totalmente free jazz ma con una precisione chirurgica da technical death in ogni singolo attacco, rendono la band di Novara una formazione unica sia in sede di produzione che in quella live, anche se i parallelismi coi Naked City di John Zorn a volte sono obbligatori per quanto concerne il loro approccio e la loro filosofia.
Altro elemento fondamentale per capire a fondo la band è rappresentato da una massiccia dose di ironia, sono veramente tantissime le persone che ridono durante un loro concerto, spesso i membri stessi della band, nonostante la difficoltà tecnica dei loro brani. Se a tutto questo poi aggiungiamo la presenza della cover “Misery Is The River Of The World” del grande Tom Waits, che più che interpretata risulta totalmente stravolta, e non ci sarebbe da meravigliarsi se in futuro in nostri facessero cover dai Morbid Angel a Michael Jackson a Cristina D’Avena, possiamo affermare chiaramente che l’esame è superato a pieni voti.
9 Psalms Of An Antimusic To Come è un album consigliato a tutti gli amanti di generi quali il free jazz, il mathcore, il technical death e il grindcore più trito ma anche a chi semplicemente stesse cercando, in preda allo stress del vivere contemporaneo, una semplice evasione catartica da quarto d’ora giornaliero.
8.0