(Season Of Mist, 2012)
1. Endless Endeavors
2. Karma’s Plight
3. Circle
4. Costumed In Grace
5. Cosmos
6. Crawl Above
7. Mirror Child
8. Road To You
9. Belogn
10. Not The Same
A circa un anno dall’uscita del grandioso ep Carbon-Based Anatomy, i Cynic danno alle stampe quella che può considerarsi non solo una breve tappa intermedia, ma parte integrante della storia della band floridiana: ci troviamo di fronte alle registrazioni, datate 1995, della creatura Portal, nata per volere di Reinert (batteria), Masvidal (voce e chitarra) e Gobel (chitarra) dopo l’ufficiale scioglimento dei Cynic, che tanto avevano brillato con quel fulmine a ciel sereno che porta il nome di Focus (1993).
Il progetto Portal viene accantonato immediatamente dopo la registrazione dei presenti brani, cadendo in un inevitabile dimenticatoio, giacendo in silenzio per più di quindici anni. Il resto è storia recente: la reunion, avvenuta nel 2006, riporta i Cynic in primo piano (relativamente) nel panorama musicale metal, mentre l’uscita di Traced In Air (2008) riconferma la band come una delle massime autorità in fatto di sperimentazione (dal punto di vista tecnico-musicale più che tecnologico) sonora in ambito estremo.
Non dovremmo sbagliare affermando (con le dovute riserve) che, dopo lo scioglimento dei Cynic, Masvidal e soci avessero in mente sonorità diverse da quelle utilizzate in Focus, o comunque la volontà di creare qualcosa che potesse crescere indipendentemente dal breve ma folgorante trascorso dei musicisti; questo è facilmente riscontrabile nella soffusa e onirica atmosfera in cui galleggiano i dieci brani di The Portal Tapes, non poi così distante da certi aspetti di Traced In Air, ma certamente in contrasto con gli istrionici tecnicismi di Focus.
Non a caso il paragone riesce decisamente meglio con Carbon-Based Anatomy, che condivide con The Portal Tapes il grande senso di contrasto tra dissonanze (o comunque linee melodiche che rimandano, senza ovviamente pretese di sorta, alla fusion più influenzata dal rock) e melodie di disarmante bellezza, in questo caso affidate alla voce eterea, e a tratti marcatamente “pop”, di Aruna Abrams (ascoltare “Costumed In Grace” e “Mirror Child”).
La voce di Masvidal, calda e leggera, funge da perfetto contrappunto con quella della cantante, intrecciando duetti di grande intensità espressiva. Strumentalmente ci troviamo di fronte a brani semplici ma ben strutturati, dove i synth e le tastiere dominano rispetto alle chitarre, dove non esiste una vera e propria sezione ritmica (intesa come elemento di groove, o comunque di solidità strutturale), se non un basso che spesso si lascia andare alla melodia pura e una batteria misurata ed essenziale. Le influenze fusion sono ben evidenti, più di quanto non siano negli album sotto nome Cynic, decantate ormai per consolidata abitudine più che per riscontro vero e proprio.
The Portal Tapes è più di una semplice “chicca” per collezionisti o fan dei Cynic, è qualcosa dotato di linfa vitale propria, forza e identità personali: non vi è nessuna ragione per lasciarla ignorata nel purgatorio delle b-sides o del materiale aggiunto.
Una grandissima sorpresa.
7.5