(Comatose Music, 2012)
1. Architecture of Lust
2. Sanguinis Bestiae Solium
3. Demise of the Carnal Principle (feat. Mariano ‘Marius’ Somà)
4. The Lament Configuration
5. Exposition of Deformities
6. Eternity to Devour
7. Sadistic Illusive Puritanism
8. Blessing Upon My Redemption
9. Det Helgerav Av Haxor
Cosa dire sugli Antropofagus che non sia già stato detto? Negli ultimi dieci anni, anche quando non calcavano più i palchi del Bel Paese e d’Europa, la brutal band genovese ha sempre fatto parlare di sé, complice quel No Waste Of Flesh che davvero fece la storia del nostro death metal, portandolo ad un livello fino ad allora mai raggiunto.
Con una nuova formazione, nella quale milita, come founder member, Francesco ‘Meatgrinder’ Montesanti, gli Antropofagus nei primi mesi del 2012 provano a riprendersi quel trono del brutal death made in Italy che, tempo fa, fu loro: da allora infatti la scena è cresciuta e credo non serva fare i “soliti nomi” per rendersi conto di chi siano e quanto abbiano fatto, negli ultimi sei-sette anni, le brutal bands di casa nostra.
Architecture of Lust, edito da Comatose Music, una delle label più in crescita nel panorama degli U.S.A., in quest’ottica, è insieme una sfida ed uno sfogo di rabbia, frustrazione, brutalità ed energia accumulata in un decennio di silenzio forzato da parte dell’Antropofaga creatura. Sfida e sfogo, però, non lasciati al caso ed all’istinto: il nuovo disco degli Antropofagus, infatti, come già aveva lasciato intendere il promo-cd di un paio d’anni fa, non è un ruffiano o decontestualizzato No Waste Of Flesh – parte II, ma al 100% un nuovo prodotto d’una nuova band – come chiamare altrimenti un gruppo che, benché abbia conservato nome ed attitudine, cambia tre membri su quattro, ritornando una decina d’anni dopo? –, al passo coi tempi, intelligente, rafforzato dalle idee e dal songwriting di chi il death metal ‘che conta’ l’ha visto nascere e l’ha fatto scorrere nel proprio sangue nel corso dei ‘gloriosi’ 90s.
Un riffing figlio dei Suffocation, atmosfere sulfuree e pesanti di scuola Morbid Angel, sfuriate tipiche di casa Hate Eternal, si sposano, in perfetta armonia, con badilate di tradizione Disgorge (U.S.) e la malattia di chi ha interiorizzato … And Time Begins dei Decrepit Birth, creando un disco equilibrato e ricco di sfumature, sempre in grado di sorprendere: il risultato è un brutal death metal abbastanza personale, che non tradisce l’attitudine Antropofagus, ma la proietta nel Nuovo Millennio, creando un disco che, oggi come allora, è destinato a piacere sia ai death-freaks, sia ai metallari ‘a tutto tondo’.
Non mi sento di sottolineare una o più canzoni particolari: l’album è da ascoltare nella sua interezza, coi suoi saliscendi emozionali, la sua completezza e la sua esecuzione accurata e professionale.
Per i più nerd, segnalo l’ennesima prestazione eccelsa del batterista brutal italiano per eccellenza, Davide ‘Brutal Dave’ Billia, turnista per l’occasione per gli Antropofagus, accompagnato dal suo collega nei Septycal Gorge Mariano ‘Marius’ Somà, per un featuring vocale su “Demise of the Carnal Principle”. Amen!
8.0