(Prospect Park, 2013)
01.Here To Die
02.Weight Beneath My Sin
03.Wrecking Ball
04.Battle Born
05.Cradle To the Grave
06.Matter Of Time
07.The Agony Of Regret
08.Cold
09.Let This Go
10.My Heart Lied
11.A Day In My Life
12.House Of The Rising Sun
Aspettavo con ansia il seguito di Volume 1, ultimo album dei Five Finger Death Punch, e a distanza di soli quattro mesi sono stato accontentato. Nella prima settimana il disco ha già venduto oltre 77.000 copie negli Stati Uniti ed ora si trova nella posizione numero due della classifica Billboard. Numeri da capogiro? Pensate allora che The Wrong Side Of Heaven And The Righteous Side Of Hell – Volume 1 ha venduto più di 290.000 copie fino ad oggi, risultando uno dei migliori e pluripremiati album della storia del metal recente.
Scritto durante le stesse sessioni di recording, questo follow-up ha gli stessi suoni possenti, studiati e perfetti diVolume 1 con la differenza che il precedente si reggeva molto sulle partecipazioni di ospiti famosi (Rob Halford, Max Cavalera, Jamey Jasta in primis), mentre questo è puramente cantato ed urlato dal grande Ivan Moody. Sebbene il vecchio album avesse doppioni degli stessi brani diversificati solo dai featuring, risultava comunque un disco molto gradevole; questo sequel, purtroppo, non si mantiene sugli stessi livelli. Come accadeva sul primo disco (il confronto continuo è inevitabile), ogni canzone è un potenziale singolo perfetto per le radio: il sound della band, in queste ultime uscite, risulta essere piuttosto mainstream e melodico, a discapito di quella fascia di fans che li vorrebbero sentire sempre duri e incazzati.
Un esempio concreto è l’inserimento nell’album della cover di “House Of The Rising Sun” dei The Animals: si tratta di una vecchia canzone popolare del 1964 che sicuramente incarna lo spirito patriottico caro alla band, ma che all’orecchio dell’ascoltatore risulta caotica quanto scontata. Sono diversi però i brani, come “Weight Beneath My Sin” ed il singolo “Battle Born”, che evidenziano monotonia, piattezza e, a volerla dirla tutta, una mancanza di idee coraggiose e convincenti. La stessa ballad “Cold” è la copia di “Anywhere But Here”cantata con Maria Brink, mentre sono esclusivamente “Matter Of Time” e “Let This Go” le tracce capaci di discostarsi dal “format” tanto da meritarsi una valutazione positiva.
Per una band di questo calibro, avere tanto materiale per le mani dovrebbe essere normale, ma la scelta di aver aspettato quattro mesi per fare uscire la brutta copia del precedente album non può che lasciare l’amaro in bocca. Se anche vi è piaciuto The Wrong Side of Heaven Volume 1, questo Volume 2 probabilmente non vi regalerà niente di nuovo.
5.5